“La gestione dei beni comuni è responsabilità esclusiva delle comunità che li condividono”. Questo sostengono tutti coloro che hanno firmato i quesiti referendari contro la privatizzazione del servizio idrico all’interno dell’ampio fronte del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua. Si tratta di un valore, quello attribuito all’acqua come elemento fondamentale per la vita umana, che, in una condizione tutta locale, ha assunto però un significato ancora aggiuntivo. “L’acqua di rubinetto qui”, si afferma dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua Toscana Nord, “è in parte gestita da GAIA, società a patrimonio totalmente pubblico dalla disastrosa situazione finanziaria ed aziendale”. Questa sarebbe la conferma, secondo i firmatari, che il problema non sarebbe il capitale pubblico di GAIA ma la pessima gestione di un’azienda che si sarebbe voluto consapevolmente compromettere quando le si è sottratta la sua linfa vitale, la rete idrica della Piana di Lucca, ad esclusivo vantaggio e profitto degli azionisti GEAL. Insieme a tutto il Forum regionale dei Movimenti per l’Acqua quindi, i comitati provinciali si appellano ai Sindaci, a quelli che hanno fatto propria la battaglia, come a quelli i cui consigli comunali hanno deliberato la non rilevanza economica del servizio idrico, affinché raccolgano la volontà dei cittadini a ‘non vendere l’acqua’, rappresentandola presso gli altri Sindaci con cui si sono impegnati a decidere delle sorti di GAIA. “Chiediamo una moratoria delle procedure che aprono l’azienda agli interessi privati”, si afferma nel comunicato, “perché decisioni che condizioneranno per decenni un bene comune, non si possono prendere nell’incertezza di questo quadro legislativo”. Una sentenza del Tar stabilisce infatti la chiusura di Gaia fra 5 mesi: tutto ciò mentre la normativa nazionale ha decretato il superamento degli ATO e sul Decreto Ronchi incombono un ricorso di costituzionalità delle Regioni ed il referendum. “Ad una situazione a dir poco confusa, si aggiunga la grave emergenza ambientale dei nostri fragili territori”, prosegue la nota ed aggiunge, “sono tutte partite aperte, in una fase di crisi finanziaria nazionale, su cui Enti locali e Regione Toscana devono rispondere complessivamente”. La natura pubblica di GAIA inoltre, ancora secondo gli aderenti al Forum, non dovrebbe essere compromessa da vertici gestionali prossimi alla scadenza. “Contiamo sul buon senso dei Sindaci”, conclude il comunicato, “e sulla loro capacità di rappresentare la domanda di democrazia e partecipazione delle loro comunità”.