Quattro condanne e dodici rinvii a giudizio; a quasi due anni dal blitz dei carabinieri che portò all’arresto di 13 persone e ad altre 9 denunce il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Massa, Ermanno De Mattia, ha emesso le prime sentenze per lo scandalo delle false cremazioni al cimitero di Mirteto. L’inchiesta partì nel 2007, il forno crematorio fu sequestrato e si susseguirono scavi in alcuni campi: si scoprirono sotterrate nell’ex ossario, 550 chili di ceneri e salme che dovevano essere cremate. Finirono in manette dirigenti della Euroservizi, che gestiva il forno crematorio, un funzionario del comune di Massa e carabinieri. Proprio un ex colonnello, Augusto Calzetta è tra i rinviati a giudizio, con lui un impresario funebre della provincia di Lucca e dipendenti pubblici. Per loro sono 28 i capi di imputazione. Dopo una udienza durata sei ore il giudice De Mattia ha assolto un po’ a sorpresa Giovanni Salvatori accusato di corruzione e per il quale erano stati chiesti due anni. Tra il 2005 e il 2007 avrebbe preso una decina di crocifissi sottratti alle bare da cremare, per rimontarli su altre. Un giro tra i 7,50 euro e i 35 euro, in cambio di regali, ma “il fatto non costituisce reato”. Hanno patteggiato Luciano Del Sarto 1 anno e 8 mesi dipendente del comune di Pisa, Giancarlo Rizzi un anno e mezzo, Ernesto Ceccarelli 2 anni e 8 mesi e Enzo Pucci 4 anni e 10 mesi, dipendenti di Euroservizi. Per tutti gli altri 12 imputati, la prima udienza del processo è per il 15 dicembre, davanti al tribunale collegiale di Massa.