servizio completo di intervista alla pagina Telegiornale del 16.7.10
18 anni per trovare un sito. Tanto ci è voluto ad Alberto Ricciardi, amministratore delegato della Fermet, azienda leader nell’attività di raccolta, trasporto e rottamazione di materiali ferroso, per ottenere un insediamento. La storia inizia nel 1992, quando l’azienda si interessa a fare impresa sul territorio e presenta un programma insediativo; nel ’96 Fermet chiede di acquistare le aree ex Farmoplant, che vanno dal raccordo ferroviario al depuratore ex Cersam, 25mila mq di terreno, per un costo di circa 1.200mila euro. “L’area, spiega Ricciardi, è compatibile con le attività della Fermet, la nostra zona possiede infatti un patrimonio immenso di raccordi ferroviari”. La richiesta di acquisto viene riformulata nel 2001 e respinta dal CZIA, poiché nell’area sarebbe sorto un polo nautico. Non solo non viene indetta nessuna gara ad evidenza pubblica per l’acquisto del terreno, ma le aziende prese in considerazione sono solo Ecoacciai che acquista 7mila mq di area sborsando 193mila euro, Ecodem, compra 11mila mq con 500mila euro e Versilia rottami che se ne aggiudica 10.700 a 464mila euro. “In questo modo, fa presente Ricciardi, si sono snobbate le aziende del territorio, a favore di altre realtà”. Un’azienda come la Fermet all’epoca contava 30 dipendenti, e oggi ne impiega circa 70; forza lavoro importante soprattutto in tempi di crisi. Oggi, a distanza di anni, Ricciardi ha vinto la sua personale battaglia: la Corte di Cassazione gli ha dato ragione: Consorzio Zona ed Ccoacciai dovranno pagare a Fermet 7.700 euro di spese di giudizio oltre vari accessori di legge, in quanto l’azienda si è vista respinta l’assegnazione dell’area nonostante avesse presentato regolare richiesta di assegnazione dell’area.
Ricciardi dedica la sua vittoria a tutti gli imprenditori locali che per tanti anni hanno lottato per ottenere un sito e annuncia una causa civile contro chi gli ha procurato danni, CZIA in primis.