La decisione è stata presa presa durante la conferenza dei capigruppo: il direttore generale Antonio Delvino deciderà a settembre la sorte dei reparti di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Pontremoli. La vicenda passa adesso nelle mani del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, al quale l’associazione lunigianese “Scienza e vita” indirizza una lunga lettera in cui parla di questione morale e culturale su cui occorre riflettere. “L’Ospedale S. Antonio Abate di Pontremoli ha una storia plurisecolare, scrive il presidente dell’associazione Crisitan Ricci, che testimonia l’impegno e la dedizione della gente del posto che ha riconosciuto, per secoli, l’importanza di alleviare le sofferenze fisiche e morali dell’uomo, attraverso l’assistenza ospedaliera. La decisione di ridurre l’operatività del nostro ospedale – continua Ricci – incide su questo servizio che ancora oggi è pienamente valido e reclama la sua indipendenza, per il fatto stesso che la libertà è un dono offerto all’uomo, e non è concessione di nessuno. Ricci sostiene che il compito di chi governa sia quello di permettere ai cittadini di realizzare le loro qualità di soggetto, la loro identità, e non può prescindere da una reale possibilità di gestione della libertà personale. Oltre a ciò, la chiusura del punto nascite limiterebbe l’assistenza alle mamme e ai loro nati. La lettera si chiude con l’appello a ripensare alla scelta di chiudere i reparti di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale di Pontremoli, a vantaggio di tutta la comunità di cittadini.