I Comuni toscani si basano su regolamenti che impongono di determinare la retta per la degenza di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e portatori di handicap grave, non sulla base del solo reddito dell’assistito, ma anche su quello dei suoi parenti. Gli utenti e l’Aduc, però, rifacendosi alla legge nazionale 130 del 2001 che imporrebbe che le rette per la degenza in Rsa, siano proporzionate ai redditi dei soli assistiti, si erano visti bocciare il ricorso al Tar. Senza arrendersi però, ed assistiti dagli avvocati Bertucci e Moretti del foro di Firenze e Romagnoli di quello di Roma, si sono rivolti in appello al Consiglio di Stato che, sebbene in sola via cautelare, avrebbe già emesso due provvedimenti positivi: con le ordinanze 2997 e 3001. L’ultima parola adesso spetterà al Consiglio di Stato che, pronunciandosi con una sentenza definitiva, darà modo di uniformare l’applicazione della legge nazionale in materia di RSA. Finora, infatti, i vari Tribunali Amministrativi Regionali d’Italia hanno avuto orientamenti discordanti, finendo così per favorire chi abita in una regione piuttosto che in un’altra e disorientando i cittadini.