D’estate, si sa, è tutto permesso, si ha voglia di leggerezza: è anche vero, però, che ogni manifestazione serve a fare promozione del territorio e a dare all’esterno un’immagine coerente e, quando è possibile, di qualità dell’offerta turistica. Apprezzabile lo sforzo fatto da Associazioni, Pro Loco, Comitati per programmare iniziative, di vario genere e di vario spessore. Forse quello che manca è un coordinamento per dare continuità alla quantità di piccoli eventi e per non far emergere una “schizofrenia” di fondo, che sembra possa giustificare tutto e il contrario di tutto. Anche i cartelloni estivi, soprattutto se patrocinati da un Comune, devono avere una precisa funzione, che spesso però non è chiara. Mentre resta sospeso il giudizio sulla finalità complessiva delle tante iniziative promosse, esprimo la mia perplessità sulla trovata di dare un premio alle donne, che si presentano nei negozi in costume da bagno. Non si tratta di fare del facile moralismo, anche se oggi ci sarebbe quanto mai bisogno di tornare al recupero del senso morale. Viene, però, spontaneo chiedersi che bisogno c’è di affidarsi a questi strumenti per fare promozione. Mentre si fanno ordinanze anti prostituzione, in cui vengono stigmatizzati abbigliamenti poco consoni, si organizza una iniziativa che premia donne, chissà poi perché non anche uomini, che vengono a fare acquisti nel centro storico in bikini. Ci sono Amministrazioni che, in nome del pubblico decoro, vietano di passeggiare in costume sul lungomare: a Carrara si può addirittura venire a fare shopping, mentre tra le strade cittadine è in corso una Biennale Internazione di Scultura. E’ stata giustamente criticata, anche dalla Regione Toscana, l’idea dell’APT di utilizzare una parte del corpo di una donna, raffigurata senza testa come ormai sempre più spesso ci viene proposta negli spot, per promuovere l’immagine del territorio. Qualcuno invoca una rinascita dei valori nella società attuale, il bisogno di un nuovo umanesimo: si può cominciare anche dal porre una maggiore attenzione sui messaggi che diamo nelle piccole cose di ogni giorno.