Assai desolante il rapporto economia provinciale stilato dall’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio. Un tasso di disoccupazione dell’ 11,5%, a rappresentare quello più alto degli anni 2000 e in crescita dell’1,3%, a fronte di un 7,8% nazionale ed un livello toscano quasi dimezzato, pari al 5,8%. In cerca di occupazione più 10 mila persone, quasi 2 mila in più rispetto al 2008. Se la cassa integrazione ordinaria per mancanza di lavoro raggiunge un +740,7%, il settore più colpito è quello dell’Industria, soprattutto meccanica. Si delinea infatti una provincia in cui l’economia dipende dal settore dei servizi per oltre il 70% della sua composizione, pur non rilevando un innalzamento particolare del turismo. Le presenze ufficiali, 1 milione e 300 mila, fanno registrare quasi un 10% in più rispetto al 2008 è anche vero che ciò riguarda solo l’extralberghiero, mentre le presenze negli alberghi diminuiscono e soprattutto nei 3 stelle, che sono scese del -7%. Ancora più preoccupante la situazione se si calcola anche il sommerso e il fenomeno delle seconde case: così facendo la crescita apparirà tanto ridimensionata da arrestarsi allo 0,6%. Scendendo nel particolare negativi appaiono i dati di Carrara che arrivano ad un -3,4%, positivi quelli di Massa e Lunigiana, mentre Montagnoso addirittura passa da una congiuntura ufficiale positiva del +5%, ad una complessiva negativa del -5,7%. Tutto ciò di fronte ad un settore industriale che occupa in provincia solo il 25%, registrando un forte calo, del 19% sulla produzione e il fatturato, mentre quasi 1 impianto su 3 rimaneva fermo nel 2009. Sul fronte del porto inoltre per i traffici di quello di Carrara la movimentazione totale annua cala di un oltre 20% aggiungendosi alla diminuzione dell’11% risalente 2008, e registrando così il peggior risultato dagli inizi degli anni ’80. Continuano nonostante tutto gli imbarchi di blocchi, che riescono a registrare un dato positivo: del + 3,4% , così come la crescita dell’escavato rilevata più volte, ed in netto contrasto con col capicollare del lavorato. Sullo sfondo un peggioramento della qualità del credito: l’indice di rischiosità raggiunge il 5,0%,a fronte del 3,3 toscano, il tasso di decadimento il 2,2, infine, il costo del denaro si colloca tra i più elevati in Italia su operazioni “a revoca”, con saggio pari all’8,2%, contro il 5,4%regionale.