Esce platone come seconda prova al liceo classico; versione di greco del famoso allievo di socrate, che ha riportato scritta la sua filofia, visto che il maestro non scriveva mai nulla e si districava solo nei dialoghi con i giovani studenti di atene. Sono passati 2500 anni e la filosofia di socrate risuona come un allarme nelle coscienze dei politici di oggi. Socrate non era un assiduo sostenitore della politica, ma elaborò varie tesi su come dovrebbe essere l’uomo che si occupa attivamente della cosa pubblica, l’uomo politico perlappunto. Sosteneva che esso doveva essere un uomo perfetto, ineccepibile sotto l’aspetto morale e che ad esso spettava l’onere della cura dell’anima della collettività. Virtù politica è partorire il bene comune; il bene comune si manifesta dando il buon esempio a livello morale, quindi con il suo comportamento che deve essere scevro da ogni possibile sospetto di ombrosità. Il politico, nelle vesti di legislatore, a volte sbaglia, è vero ma non è compito dell’uomo disobbedire alle leggi, pur ingiuste che siano. Socrate sosteneva che bisogna rispettare le leggi, anche se ciò potrebbe voler dire arrecare un danno a noi stessi. E’ compito del politico far si che il suo modo di governare lo porti ad ascoltare i giusti pareri del popolo; Ed è sempre compito suo quello di produrre leggi il più possibile giuste ed eque, in modo che nessuno si possa sentire autorizzato ad eluderle. La politica deve essere al servizio alla collettività piuttosto che servizio a se stessi. Ai tempi del filosofo, c’era l’usanza di selezionare i politici e le relative funzioni estraendoli a sorte, ed egli avversava fortemente questo modo di selezionare la classe dirigente, sostenendo che solo un approccio meritocratico alla questione poteva portare ad una governabilità migliore. Fa impressione quanto attuale sia il pensiero socratico,