Si torna a Roma: è fissato per domani mattina alle 10 l’ennesimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere della vertenza Eaton. Intanto sono passati quasi due mesi di silenzio; era il 23 febbraio 2010 l’ultima volta che istituzioni locali e Governo si sono incontrati e pareva dovessero arrivare almeno a qualche punto definito: che fare dell’unica proposta ufficiale arrivata, quella di Ecoplant, e quando cominciare a lavorare per l’accordo di programma. Ma da Roma non sono arrivate notizie sulla possibile reindustrializzazione dell’area ex Eaton; il territorio ne sa anche meno: il sindaco Pucci, certamente per prudenza, è abbottonatissimo sulle aziende che hanno manifestato interesse, ma così facendo sta anche innervosendo la Rsu, che durante l’ultima assemblea ha confessato di vedere tante persone entrare e uscire dalla fabbrica, accompagnate dal sindaco, visionare gli impianti e i capannoni; ma a loro nessuno dà spiegazioni; le voci parlano di due aziende, una che lavora nel campo della farmaceutica, veicolate su Eaton pare dallo stesso Ministero: una “raccomandazione” che potrebbe apparire una garanzia, ma su cui è meglio non farci troppo affidamento; potrebbe anche trattarsi di un “giro di ricognizione” che Roma sta facendo fare a livello nazionale a diverse azienda che stanno proponendo investimenti, tra cui è rientrata anche l’area ex Eaton. In questi due mesi Invitalia ha avuto due incontri con Sofit ed Ecoplant, due passaggi di verifica per l’ammissibilità del piano e poi per l’istruttoria del progetto; ma in base alla legge 181 pare che il progetto di Ecoplant non sia ammissibile a finanziamento. Chi ha visto quel progetto industriale vede inoltre una grande falla: si parla di 13 milioni di euro di risorse previste in 5 anni e di 59 milioni di euro di ricavi dai prodotti venduti (led luminosi, solari e frizioni rigeneratrici), ma non viene scritto come verranno ottenuti questi ricavi, a chi verranno venduti, dove e quanta richiesta certificata ce c’è. Insomma manca una ricerca di mercato indispensabile per dare garanzie al territorio. E Ecoplant pare già un miraggio