Le idee per la prossima Biennale che, non a caso s’intitolerà “Post Monument”, come quella di celebrare i funerali del marmo di Carrara, sarebbero sconvolgenti e provocatorie. A pensarlo è il consigliere carrarese Musetti, che non si accontenta di dipingere un’assessore Bernardini che si aggira nottetempo armata di candelotti di dinamite per far saltare in aria tutti i monumenti di marmo presenti, passati e futuri, ma si scaglia anche contro le scelte promozionali dell’organizzazione. Esisterebbero infatti lettere dell’assessorato alla Cultura spedite a tutti i ristoratori del territorio, nelle quali si chiede, in cambio di pubblicità sui dépliant della Biennale, la concessione di 30 pranzi o cene a titolo gratuito per artisti e curatori dell’evento. “Signor Sindaco”, scrive Musetti nell’interpellanza che presenterà questa sera in Consiglio Comunale, “vero che 30 abbuffate culturali non sono poi gran cosa per i ristoranti che lavorano a tutto spiano. Però è anche questione di stile e di avere presente le realtà economiche territoriali. Per esempio, a Colonnata il turismo langue da troppi anni perché qualcuno dei suoi colleghi di giunta fa arrestare il bus-navetta al Tarnone, che è distante chilometri in salita dal paese”. Sarebbe giusto quindi, secondo il consigliere che i paesi abbiano, come egli stesso sostiene, risposto picche alla richiesta. Ma se Musetti si chiede perché tutti questi artisti famosi nel mondo il mangiare non se lo possano pagare da soli, il curatore Cavallucci ritiene che la questione sollevata sia del tutto fuori luogo; si tratterebbe infatti di una campagna cui i ristoranti possono aderire come no. “Se in molti l’hanno fatto”, dichiara, “un motivo ci sarà: probabilmente, a differenza del consigliere, i ristoratori hanno compreso l’importanza dell’evento ed accettato la scommessa in positivo, consapevoli della visibilità della quale potranno avvalersi. Che il dato poi risulti errato”, aggiunge il curatore, “si tratterebbe di 20 pasti e non di 30 mi sembra quasi ininfluente rispetto ad una strategia che si è già dimostrata vincente quando la sperimentai in passato nel Chianti”.