Si chiama “Atleti nella vita” il progetto che da ottobre ad oggi è stato portato avanti dall’Apodi nelle scuole elementari del 4° circolo didattico, di Turano e Volpigliano. Un’idea ambiziosa nata dalle menti di due educatrici, Cristina Ambrosi e Martina Pucci che hanno voluto mettere a contatto, attraverso l’attività motoria, gli alunni diversamente abili con i normodotati delle classi prime, seconde e terze. Attivato anche grazie al finanziamento di 8500 euro della provincia, il partenariato del comune di Massa 1000 euro, il materiale messo a disposizione dal centro sportivo e il servizio di neuropsichiatria della asl. Il tutto per seguire 97 alunni tra cui 6 disabili che divisi in piccoli gruppi hanno partecipato, ogni settimana, ad un’ora di atletica leggera, lo sport che sta alla base di tutti gli altri, e allo stesso tempo le due educatrici dell’Apodi hanno portato avanti un percorso psicoeducativo. Un progetto per favorire l’integrazione ed abbattere le barriere che ha portato grandi risultati: in tutti i bambini sono stati registrati dei miglioramenti, con una scheda di valutazione intermedia – quella finale sarà fatta ad aprile quando terminerà il percorso. I bambini normodotati hanno sviluppato i legami, quelli diversamente abili hanno preso maggiore coscienza dei movimenti ed hanno trovato il proprio spazio ed autonomia all’interno del gruppo. “Atleti nella vita” il prossimo anno potrebbe essere esteso anche ad una scuola media naturalmente con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei diversi abili fin dai primi anni di età. Ma “Atleti nella vita” il prossimo anno potrebbe anche terminare; non per mancanza di volontà di chi lo ha ideato, che al contrario crede nella continuità per non vanificare il lavoro fatto in 6 mesi, ma per la mancanza di fondi che gli assessori al sociale del comune di Massa Gabriella Gabrielli e della provincia Domenico Ceccotti hanno denunciato. L’occasione per farlo è stata proprio la presentazione del progetto e non hanno cercato molti giri di parole, sebbene i presenti si aspettassero, invece, conferme per il prossimo anno. “Il 2010 potrebbe essere l’ultimo anno in cui la provincia riuscirà a fare bandi a favore delle associazioni sociali”, le parole dell’assessore Ceccotti. Se il progetto Apodi è stato finanziato significa che lo meritava, ma purtroppo la situazione è drammatica”. L’handicap non è omogeneo, ogni bambino è unico ed ha bisogno di interventi specifici – ha continuato Ceccotti – ma non ci sono più gli strumenti per farlo. Gli fa eco l’assessore Gabrielli specificando che la Regione Toscana, che fino ad ora ha scelto di sopperire con risorse proprie, non è più in grado di reggere perché dai 61 milioni di euro del Governo Prodi per il sociale si è passati a 14. E a rischio ci sono tutti i bei progetti che vengono presentati agli enti.