La Federazione della Sinistra interviene contro tagli alle Poste a difesa del carattere pubblico del servizio, dell’occupazione, dei diritti dei lavoratori e degli utenti. Le Poste Italiane, dice Pier Paolo Marchi di rifondazione è un’azienda salvata dai lavoratori e pagata in vario modo da tutti i cittadini italiani: con ristrutturazioni continue, chiusura di impianti e servizi, aumento delle tariffe, con 100.000 posti di lavoro persi. Ma evidentemente tutto questo non basta. Con la totale liberalizzazione dei servizi postali, evidenzia Pier Paolo Marchi per il 2011 l’azienda sta già procedendo al taglio di altri 10.665 posti di lavoro nel recapito, nei centri di lavorazione, nei trasporti. Il servizio universale subirà un ulteriore tracollo qualitativo che ricadrà negativamente sull’intera collettività e peggiorerà ancor più le già dure condizioni di lavoro dei dipendenti. Tutto questo riguarda un’azienda, dice Marchi, che non è affatto in crisi. Poste Italiane ha avuto un utile che ha sfiorato lo scorso anno i 900 milioni di euro, raggiunto anche “grazie” ai salari molto bassi dei lavoratori, tra i più bassi d’Europa. Per queste ragioni la Federazione della Sinistra chiama alla mobilitazione i lavoratori postali e i cittadini per fermare i processi di liberalizzazione dei servizi postali. La mobilitazione servirà per la difesa assoluta della proprietà pubblica di poste italiane e della sua unitarietà contro tutti i tentativi in atto di smembramento e privatizzazione; lo scopo , ha concluso Marchi, sarà quello di fare di poste italiane uno dei volani della ripresa economica per quei settori oggi in crisi, colpiti da disoccupazione.