Sono passati 22 anni dall’esplosione della Farmoplant e dalla nube tossica che fuoriuscì dagli impianti in zona industriale; da allora i comuni di Massa e Carrara e la provincia portano avanti una lotta in tribunale a Genova contro l’industria per tentare di ottenere un risarcimento da quasi 4 milioni di euro. Invece, il contenzioso si sta per chiudere con l’ipotesi di soli 800 mila euro di risarcimento; questo otterrà il comune da Edison spa, ex Farmoplant, per il pagamento delle spese sostenute durante l’emergenza. Niente rimborso per il danno di immagini né tanto meno per quello ambientale. Eppure in zona industriale l’inquinamento c’è stato e quell’esplosione delle conseguenze le ha lasciate. Le frazioni dei dintorni martoriate per anni da aria irrespirabile e paure, non conosceranno la parola giustizia fino a quando non sarà riconosciuto loro un necessario risarcimento in termini di riqualificazione urbana e servizi. Commenta così il consigliere comunale Giancarlo Casotti che per Alteta e gli altri quartieri si è sempre dato molto da fare. Premettendo che non esistono risarcimenti monetizzabili per i danni della Farmoplant, Casotti lancerà comunque un’idea in consiglio. Investendo i soldi che arriveranno dal risarcimento per la riqualificazione ambientale, d’immagine ed economica di tutta la zona industriale, in particolare degli abitati di Alteta e Candia. Il consigliere conta molto sull’attuale amministrazione che, dice, si è fatta promotrice di un messaggio di ripartenza; è ora di trasformare le parole in atti concreti.