Non avrebbe potuto guidare quel pullman: è questa la sconvolgente conclusione a cui sono arrivati i medici legali e gli specialisti che per due settimane hanno avuto tra le mani il cuore di Angelo Saraceno, l’autista morto nell’incidente autostradale avvenuto sulla A12 all’altezza dell’uscita per Massa. Soffriva di una grave patologia cardiaca, che avrebbe dovuto dissuaderlo dall’intraprendere lunghi viaggi, causa di stress. Ipertrofia concentrica delle sezioni destra e sinistra del cuore: e’ questo l’esito degli esami specifici effettuati sul cuore del 55 enne francese, alla guida del pullman in gita verso Firenze, partito dalla Francia e su cui viaggiavano 50 bambini e sei adulti. Secondo il medico legale della Procura di Massa Carrara Maurizio Ratti l’uomo “non era nelle condizioni di sicurezza per guidare un pullman ed affrontare tante ore di viaggio; non e’ stato ucciso da un infarto ma da un semplice episodio cardiaco, avvenuto su un cuore malato che non ha retto”. L’uomo non era sotto osservazione e pare non si stesse curando a dovere; nell’incidente morirono anche il giovane Emile Borderie, di soli 13 anni e l’insegnante Agnes Besse, 45 anni madre di uno degli alunni in gita. La Francia chiese lo spostamento delle indagini dall’Italia, ipotizzando responsabilità della società autostradale italiane, ma oggi arriva la rivelazione che potrebbe cambiare la prospettiva dell’incidente. Qualcuno dovrà controllare la licenza di guida e il rinnovo della patente di saraceno, la cui malattia non avrebbe dovuto portarlo alla guida di un pullman di bambini.