Ricordando il sequestro da parte della magistratura delle analoghe strutture di Montignoso, concepite come Rta ed in realtà utilizzate come abitazioni, Legambiente sostiene che concedere la trasformazione di strutture alberghiere in miniappartamenti costituirebbe un pericolosissimo precedente ed un potenziale “cavallo di Troia” per quelle aree di pregio nelle quali, con la variante appena adottata, sono previste strutture turistico-ricettive. “Questo ragionamento ci pare così chiaro”, scrive l’associazione ambientalista, “che non capiamo come l’assessore Vannucci abbia potuto dichiararsi disponibile a trattare con la Porto SpA, senza rendersi conto che, così facendo, mina alla radice ogni sua personale residua credibilità”. Definendo un meschino ricatto occupazionale da parte di Nardi, amministratore della Porto che ricorda l’esistenza di 220 lavoratori, Legambiente sottolinea quanto il presidente Bogazzi non navighi in cattive acque, permettendosi  investimenti su mari e porti di tutto il mondo. “Ciononostante”, prosegue ancora il comunicato, “quando ha voluto licenziare, lo ha fatto senza anteporre l’interesse dei suoi dipendenti alle sue esigenze personali e così, presumibilmente, continuerà ad agire in futuro”. Da ultimo, se la società ha perduto oltre il 50% del traffico portuale consolidato, ne conseguirebbe che anche il porto sarebbe in forte crisi: “Sarebbe quindi il caso”, sostiene Legambiente, “di ripensare alla localizzazione del porto turistico, decidendo di riorganizzare gli spazi portuali per far posto alla nautica da diporto, rinunciando alla nefanda idea di insediare il costruendo porto turistico al Lavello”.