Gli incidenti iniziarono prima della partita quando i tifosi ospiti che dovevano entrare nello stadio attraverso i tornelli, riuscirono a forzare un cancello presidiato solo da quattro poliziotti. Una ventina di ultrà più violenti aggredirono gli agenti che conclusero la serata in ospedale, uno addirittura con la gamba fratturata. Pensavano di averla fatta franca non sapendo che alcuni momenti dell’aggressione erano stati filmati dalle telecamere a circuito chiuso del Picco. Le indagini avviate dalla Digos spezzina hanno finito per individuare quattro persone. Le posizioni più difficili sono quelle di M.F.R., 21 anni, e di A.M., 43, entrambi di Carrara. Sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per resistenza aggravata (pena da sei mesi a cinque anni), lesioni aggravate dall’aver agito per futili motivi (la pena massima prevede addirittura una condanna a sette anni), lancio di materiale pericoloso (da uno a quattro anni) e infine, dato che hanno agito con delle sciarpe attorno al volto, dovranno anche difendersi dall’accusa di travisamento (da sei mesi a un anno di reclusione). Anche L.L., 20 anni, di Carrara, rischia una condanna esemplare. Dovrà rispondere degli stessi capi d’imputazione contestati a M.F.R. e A.M., tranne quello di travisamento, dato che ha agito a volto scoperto. Più defilata la posizione di V.P., 33 anni, anche lui di Carrara, chiamato in causa solo per il lancio di materiale pericoloso. Per loro, comunque, si preannuncia una stangata: si partirà da un’inibizione – minimo – di tre anni ma è possibile che si arrivi alla pena massima, cinque anni.