Venerdì 29 marzo alle 17.30, presso Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, si terrà la presentazione della nuova edizione delle raccolte poetiche di Tito Balestra Se hai una montagna di neve tienila all’ombra Quiproquo (edizione La nave di Teseo, 2023), accompagnata da una mostra dal titolo Tito Balestra. Epigrammi e linoleografie.

La presentazione promossa dall’Associazione “Carrara museo a cielo aperto” vedrà protagonisti della giornata lo storico e critico d’arte Davide Pugnana accompagnato dalle letture di Manola Ceccarelli.

A introdurre la serata, saranno Luisa Passeggia, del Comitato di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, e Flaminio Balestra, direttore della Fondazione Tito Balestra Onlus e nipote del poeta. Saranno inoltre presenti, Enzo Tinarelli, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e Giovanni Balestra, anch’egli nipote del poeta e promotori dell’iniziativa. La libreria Nuova Avventura di Marina di Carrara sarà presente con un punto vendita del libro.

Tito Balestra scrive epigrammi che lasciano il segno; con una sorta di imperturbabilità, fumando un sigaro toscano. La sua poesia non ha quasi mai spessori di colore, è in bianco e in nero, senza sbavature. Tito Balestra non è un poeta nuovo, è un poeta diverso che la diversità non cerca, trova in se stesso. Ci si sono provati in molti a scrivere epigrammi: ma chi c’è riuscito con l’asciutta grazia di questo romagnolo in esilio apparentemente indolore, in effetti straziante? Di questo votato alla douceur della provincia agricola, che ha scelto lo scirocco snervante e le bassezze della capitale per assolvere al suo compito di poeta ‘satiro’, non moralista? Attilio Bertolucci

Tito Balestra nasce a Longiano (Forlì-Cesena) il 25 luglio del 1923. Dopo le scuole dell’obbligo, si iscrive all’Istituto magistrale di Forlimpopoli e nel 1939 alla facoltà di Lingue dell’Università di Venezia, abbandonata, nel 1942, per quella di Magistero di Urbino. Tra il 1943 e il 1945 partecipa alla lotta partigiana. Negli stessi anni inizia a collaborare con alcune testate e riviste quali “il Resto del Carlino”, il “Corriere Padano”, il “Corriere Cesenate”, “il Trebbo”, “La Piê”. Nel 1946 si trasferisce a Roma, per seguire i corsi per assistente sociale della scuola CEPAS diretta da Guido Calogero, dove incontra la futura moglie Anna Maria De Agazio e Tanino Chiurazzi, di cui diviene presto amico e nella cui galleria stringe rapporti con artisti – tra i quali ricordiamo Mino Maccari – scrittori e collezionisti. Parallelamente all’amore per l’arte, Balestra continua a coltivare la sua necessaria passione per la poesia e la scrittura. L’opera poetica di Balestra vede la stampa in un volume, per la prima volta, nel 1974, con Se hai una montagna di neve tienila all’ombra (riproposto in edizione ampliata, postuma, nel 1979), seguita da Quiproquo (1974), Le gambe del serpente (1975) e Oggetto: la via Emilia (1976). Tito Balestra muore a Longiano il 19 ottobre del 1976. La vita e l’opera di Tito Balestra lasciano un’eredità importante ma a volte un po’ dimenticata nonostante gli sforzi della Fondazione Tito Balestra Onlus di Longiano che accoglie e valorizza, da oltre quattro decenni, il Museo a lui dedicato nel Castello Malatestiano. La sua Collezione (oltre duemilatrecento opere dei maggiori artisti del ‘900), la sua biblioteca e il suo archivio costituiscono un unicum in Romagna.