Il mondo della cultura e dell’arte in lutto per la scomparsa del pittore Mauro Griotti; aveva 89 anni, i funerali si terranno oggi alle 17 al Duomo di Massa; lascia la moglie Milvia, le figlie Saskia e Margherita, i nipoti Iacopo, Gaia e Fabio, oltre a parenti e congiunti e i moltissimi amici ed estimatori che in 70 anni di produzione ne hanno apprezzato le doti artistiche e umane.

La sua casa atelier è adiacente al castello Malaspina, in una posizione dominante tutta la piana massese con vista sul mare, che tanto si abbina con il suo animo da sempre innamorato degli spazi aperti, delle cave e delle bellezze del nostro territorio. Come il Tirreno aveva scritto alcuni mesi fa, Griotti, nato a Seravezza 88 anni fa, di origini piemontesi e spagnole ma massese di adozione, ha dovuto da giovanissimo portare avanti l’attività di barbiere del padre, scomparso prematuramente, per 23 anni, potendo frequentare l’istituto d’arte solo da esterno, fino a quando riesce ad entrare come assistente e poi come professore al Liceo Artistico di Carrara dove ha insegnato per 25 anni.Il primo quadro, avevamo ricordato, ha una data precisa: 6 gennaio 1950 e parallelamente inizia a scrivere il primo dei suoi racconti. Sono tanti, brevi e lunghi, tutti inediti in attesa di essere pubblicati.Nel 1952 la prima mostra interregionale Toscana-Emilia Romagna a Villa Cuturi su “Paesaggio apuano”, dove ottiene il primo riconoscimento.

Poi, tantissime personali, anche all’estero (Bad Kissingen, Norimberga, Parigi), nel 2010 una mostra antologica a Palazzo Ducale di Massa e più di recente la collettiva “Artisti massesi di ieri e di oggi” curata dall’Arch. Alessandro Giorgi. È rimasto in attività praticamente fino a pochi giorni dal decesso. Tema predominante delle sue opere, le cave. «Ho praticato le cave di Carrara e della Garfagnana disegnandole per ben 16 anni – aveva raccontato Griotti al Tirreno alcuni mesi fa – e ne sono sempre stato affascinato per l’insieme di volumi, superfici, colori, luci e struttura che ognuna rappresenta. La mia formazione in geometria descrittiva ha influenzato il mio modo di vedere l’arte. Il mio modello di riferimento è sempre stato Piero della Francesca. Nella mia opera preferita, una cava gotica di 120 mt, si sommano le mie conoscenze su Paul Cezanne e Paul Klee».E i suoi alunni, spiegava, «li ho sempre stimolati ognuno a esprimere il meglio di sé in modo originale».

Alla famiglia, a Margherita, le condoglianze di Antenna 3