Era uno degli invitati del matrimonio del suo migliore amico, non poteva mancare per nessuna ragione al mondo. Anche se un motivo c’era per giustificare la sua eventuale assenza. E anche bello grosso: era stato arrestato e si trovava agli arresti domiciliari per una sfilza di furti che aveva compiuto a Massa e dintorni in case e automobili. Il giovane romeno però non ha voluto sentire ragioni: alla cerimonia nuziale voleva esserci a tutti i costi. E per paura di sentirsi rispondere di no non aveva neppure detto nulla al suo avvocato né tantomeno al giudice di sorveglianza.

E così sabato mattina si è presentato in chiesa e si è perfino commosso quando il suo amico ha giurato eterna fedeltà alla moglie. Finita la messa aveva promesso di tornare a casa, ma poi si è lasciato convincere dagli altri invitati che gli hanno chiesto di restare e di andare con loro a ristorante. Perché era quella la vera festa. Anche lo sposo gli ha detto di stare tranquillo che tanto nessuno sarebbe andato a cercarlo, dato che la pattuglia si era recata a casa sua la sera prima.

E lo aveva trovato lì, come previsto. Così l’uomo, un trentenne in cerca di occupazione e da anni residente ai piedi delle Apuane, è andato a ristorante e ha mangiato e bevuto, facendo brindisi su brindisi alla nuova coppia che si era formata davanti al prete. Insomma, alla fine del pranzo era piuttosto alticcio.

E mentre ritornava a casa a piedi è stato fermato da una pattuglia dei carabinieri, che appena visti i documenti gli ha fatto presente che non doveva essere per strada ma a casa sua a scontare la pena. Lui ha detto del matrimonio ma ovviamente non ha intenerito i militari che hanno stretto le manette ai suoi polsi ugualmente.

E dopo averlo tenuto in camera di sicurezza per una notte lo hanno portato davanti al giudice che ha convalidato il fermo e ha disposto che il trentenne venisse messo nuovamente ai domiciliari con l’ausilio del braccialetto elettronico. Una decisione quella del magistrato che però non ha trovato l’avvallo del collega della sorveglianza, che visto il precedente ha deciso che era meglio metterlo in una cella perché il rischio che potesse commettere di nuovo il reato di evasione era piuttosto concreto. E così per il giovane si sono aperte le porte del carcere di via Pellegrini.

L’evasione dagli arresti domiciliari sta diventando un fenomeno piuttosto diffuso nella nostra provincia. Non passa settimana che le forze dell’ordine non debbano fare i conti con qualcuno che invece di scontare la condanna tra le mura di casa va in giro come se nulla fosse.

Nonostante poi le conseguenze siano pesanti. Qualche settimana fa i carabinieri hanno arrestato un uomo che era ai domiciliari perché aveva rapinato una farmacia e nonostante questo era evaso per andare a fare un colpo in un’altra farmacia. A tradirlo erano state le telecamere che si trovavano nei pressi dell’esercizio commerciale. Anche per lui le manette e la reclusione in una cella del penitenziario apuano.Fino a nuovo ordine.

il tirreno