green economySvolta green per le imprese apuane. Un’azienda su cinque (20%) ha imboccato (o sta per farlo) la via della sostenibilità. Una sessantina le imprese che hanno adottato tecnologie o hanno inserito nuovi prodotti eco-sostenibili sul mercato a cui dobbiamo aggiungere, a completamento del perimetro di analisi, la platea di imprese potenziali. Lo confermano i dati sugli investimenti elaborati dall’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Massa Carrara  e presentato questa mattina, sabato 31 gennaio, a Carrara. Il 21,7%, tra le quote più alte in ambito toscano, ha effettuato investimenti, la ragione è stata migliorare l’efficienza energetica, o meglio ridurre i consumi di materie prime e di energia (71,8%), rendere sostenibile da un punto di vista ambientale il processo produttivo (19,6%) e rendere “verde” il prodotto o servizio che offrono (13,2%). L’8% dell’intero panorama ha previsto nuovi investimenti tra l’anno in corso ed il 2016. La maggiore impronta verde si registra nel settore delle public utilities (59% delle imprese del settore ha imboccato questo percorso), a seguire cartario (29%), chimica (20%), meccatronica (14%), lavorazione lapidea (12%). Impronta molto modesta invece nell’estrazione.

 

La spinta di fondo è la crescita della consapevolezza dell’importanza della tutela ambientale che caratterizza il 46% delle motivazioni delle aziende. Ma non solo. Gli investimenti in innovazioni tecnologiche così come nell’uso di prodotti o processi a basso impatto ambientale sono stati una delle “chiavi” per le il 53% delle imprese per affrontare la crisi e, nel 25% dei casi, per riposizionarsi nel contesto di riferimento. Ne sono una splendida prova le esperienze “collezionate” nel salone della “Green Economy” che ha fatto da cornice alla presentazione del dossier che ha fotografato l’impronta verde delle imprese del comprensorio apuo-lunigianese e che si ricollega, se pur indirettamente, al raggiungimento con sette anni di anticipo degli obiettivi di Kyoto. “C’è un 8-9% di imprese del comparto industriale che per la mancanza di condizioni economiche e di accesso al credito più favorevoli – analizza Vincenzo Tongiani, Presidente dell’Istituto di Studi e Ricerche dell’ente camerale – non possono fare investimenti nell’economia verde. Se per le imprese strutturate, di medio grandi dimensione è più facile, per le piccole imprese la strada è quella di creare reti green, strumento che è nostra intenzione fornire al territorio. La green economy – prosegue Tongiani – ha le caratteristiche per diventare una leva importante della nostra economia in una fase molto delicata di prolungata congiuntura sfavorevole”. Innovazione e sostenibilità sono le chiavi per accedere a nuovi mercati. Ne è convinto Dino Sodini, Presidente dell’ente camerale: “dobbiamo tornare ad essere inventori del nostro futuro, e non a subirlo; a creare brevetti, ad essere pionieri nella ricerca. La green economy non è un settore astratto, è un settore concreto che avrà sempre più centralità anche in ottica occupazionale”.

 

L’indagine fa emergere altri interessanti “spunti” di analisi: al di là delle imprese che hanno adottato certificazioni ambientali (ISO 14001, Emas, etc), che sono comunque una cifra assolutamente rilevante (43%), le tecnologie adottate hanno per lo più l’obiettivo di ridurre gli input energetici, idrici e di materie prime del ciclo produttivo, nonché emissioni atmosferiche, scarti di lavorazione e rifiuti inquinanti (35% in entrambi i casi). Per quanto riguarda le altre soluzioni di green production, il 39% ha anche adottato percorsi per utilizzare energie rinnovabili o cogeneratrici di energia elettrica. Si tratta nella maggior parte dei casi di impianti fotovoltaici e solari termici costruiti sulle superfici dei tetti dei capannoni industriali. Inoltre quasi 1 impresa su 4 provvede a rifornirsi di materie prime e prodotti con certificazioni di sostenibilità ambientale e 1 su 8 ha deciso di ridurre gli imballaggi o utilizzare materiali per imballaggio eco-sostenibili. Il 22% del fatturato “dipende” in media – altro elemento non trascurabile – dalla commercializzazione dei prodotti “verdi”. In questo senso 1 impresa su 3 prevede di introdurre nuovi prodotti a basso impatto ambientale, condizioneassolutamente importante per entrare su nuovi mercati e contribuire maggiormente ad una crescita del giro d’affari aziendale.

 

Un altro dato rilevante è come le imprese con un alto profilo green siano state capaci di generare nel 2013 un incremento del fatturato (+4,3%), e nuovi posti di lavoro (0,7%)contro una media generale ben al di sotto (fatturato – 4,4%, occupazione – 1,6%). Purtroppo non mancano le fragilità in un settore per certi versi nuovo, ancora poco battuto, ma sempre più meno estraneo al territorio: l’81% non usa strumenti di comunicazione green (partecipazione a fiere, sezione sito dedicato, materiale promo), solo il 7% usa Facebook perfarlo mentre il 4% usa la newsletter. Elemento, quello della comunicazione,determinanti, invece, per il 50% della imprese con un alto profilo green.

 

Occupazione: da eco-carrozziere a tecnico di marketing ambientale,

Un lavoro “sicuro” per il futuro? Puntate sulla green economy. E’ il mercato (del lavoro) a dirlo. Secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, nel 2013 tra i 20 profili più richiesti di green jobs (da parte di tutte i settori economici) spiccano gli analisti e i progettisti di software, che hanno il compito di predisporre i sistemi informatici necessari per gestire i sistemi ambientali ed ecologici. Dall’informatico ambientale all’ingegnere energetico, dal personal-green-shooper (esperto di acquisti verdi) al carpentiere sostenibile, dal chimico ambientale al geometra ambientale, dall’elettricista di impianti ad illuminazione sostenibile all’installatore di impianti a condizionamento green, dal bioarchitetto all’installatore e montatore di macchinari ed impianti industriali a basso impatto, dal muratore esperto dimateriali green all’eco carrozziere fino all’agricoltura con la figura dell’allevatore sostenibile, all’ingegnere ambientale e al tecnico del marketing ambientale. Sono queste le figure che, sul mercato del lavoro, saranno sempre più ricercate. Figure altamente qualificate, laureate e con precisi requisiti ai tecnici come nel caso di elettricisti nelle costruzioni civili ai meccanici e montatori di macchinari industriali, agli idraulici eagli operai specializzati.