118 elicottero cinqualeL’allarme lo ha dato l’amico che lo stava accompagnando nella scalata della Tambura. Lo aveva visto inciampare davanti a lui e finire giù da un crepaccio, battere il corpo su rocce e pietre per alcuni interminabili secondi e aveva temuto che fosse morto. Ha gridato il suo nome disperato, come se non si aspettasse risposta, ma invece lo ha sentito chiedere aiuto: «Non riesco a muovere il braccio, chiama i soccorsi», ha urlato dal fondo del canalone.

L’amico si è dovuto allontanare perché in quel punto – erano il località Bestiacce – il cellulare non prendeva e ha avvertito il 118. L’operatore ha rilanciato l’allarme anche al soccorso alpino di Massa e così è cominciata la ricerca del ferito, un pisano di una cinquantina di anni. I problemi maggiori li ha avuti il Pegaso perché sulle Apuane, nonostante la giornata soleggiata, si era alzata una nebbiolina che dava fastidio al pilota perché non riusciva a trovare un posto sicuro dove fermarsi. È stato tutto molto complicato, ma alla fine l’escursionista è stato issato a bordo e portato al Cinquale insieme alla squadra che lo aveva recuperato.
L’uomo è stato fortunato perché ha fatto un volo di una ventina di metri in quel crepaccio, colpendo più volte le rocce. Alla fine si è fratturato un braccio e un polso e si è ricoperto di graffi ed escoriazioni alle mani e al volto, se avesse battuto la testa non ci sarebbe stato nulla da fare. Sono stati bravi anche quelli del Sast che si sono avventurati lungo il canalone e lo hanno recuperato giusto un attimo prima che calasse il buio e l’elicottero tornasse alla base senza il ferito.
L’escursionista poi ci ha messo del suo per aiutare i soccorritori perché è iscritto al Cai di Pisa e soprattutto perché è stato bravo, al pari del suo amico, nel dare le indicazioni a chi lo stava cercando. La coppia di scalatori era attrezzata come deve essere tutte le volte che si affronta una vetta e il loro obiettivo, raggiunto in tarda mattinata, era la Tambura. Sulla via del rientro, mentre percorrevano la via Vandelli, l’incidente. Davvero strano e insolito: il cinquantenne si è inciampato (forse per una stringa slegata oppure per un sasso che sporgeva più degli altri) e ha perso l’equilibrio. In quel punto lo spazio per poter cadere senza precipitare non c’era e così è ruzzolato fino a valle. «È andata bene», gli ha detto abbracciandolo l’amico quando lo ha visto salire sull’elicottero.
il tirreno