unnamed 3C’erano gli sguardi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a fare da sfondo all’incontro “Coloriamoci di legalità”, organizzato dal comune di Pontremoli questa mattina. Protagonisti gli alunni dell’Istituto Pacinotti di Pontremoli, Bagnone e Fivizzano, che hanno ascoltato le parole del sindaco Lucia Baracchini, del preside Franco Del Nero, del Maggiore dei Carabinieri Giuseppe Lo Schiavo, del Procuratore alla Repubblica di Massa Carrara Aldo Giubilaro e del Sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Maria Ferri.

Una mattinata in cui i giovani sono stati messi in contatto con un argomento delicato e spesso poco approfondito come la legalità. Una vera e propria lezione sull’importanza delle regole e del valore della legalità, messa in relazione a fatti recentemente accaduti e di grande interesse per i giovani presenti. «Dobbiamo far capire che cosa significa far rispettare le regole – ha spiegato il dottor Cosimo Maria Ferri -, e comprendere quali sono le conseguenze che comporta il non seguirle. Basti pensare alle associazioni in favore delle “Vittime della strada”. Pensate alle famiglie, a cosa è costato a loro il mancato rispetto delle regole da parte di una terza persona: magari un figlio, un padre, un amico. Sono loro che chiedono sanzioni più alte per questo tipo di reato».

E proprio a proposito di questo il sindaco Lucia Baracchini ha ricordato il tragico evento accaduto nella nottata tra sabato e domenica, quando un incidente stradale ha ucciso un giovane zerasco, Felix Sebastian Vitaloni. «Ho intenzione di lanciare una campagna – ha spiegato -, per far capire ai giovani che cosa significa essere troppo stanchi per mettersi alla guida. Fermatevi, chiamate e avvertite i vostri famigliari, riposatevi. Il nostro pensiero va oggi a lui e alla sua famiglia».

Ai ragazzi è stato poi mostrato un video incentrato sulla legalità e sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio, risalenti ormai a ventidue anni fa. «È stato proprio dai giovani che in Sicilia e Calabria sono scaturite iniziative tra le più interessanti contro la mafia – ha continuato il sottosegretario di Stato -. Sono stati loro a scendere in piazza e a dire basta. Si tratta di associazioni, movimenti molto radicati nella zona. Diverse, ma nello stesso tempo simili. SI trovano a gestire ingenti somme di denaro, in un momento in cui lo Stato è in difficoltà. Loro non hanno regole, se le fanno. Non credono nella Costituzioni, o nelle leggi. Sono molte le imprese in difficoltà, che non riescono a pagare dipendenti, o tasse, ecc. E spesso per uscire da queste situazioni chiedono l’aiuto, il finanziamento da queste associazioni. Tutto questo non è più possibile. Lo Stato metterà in piedi meccanismi di controllo».

A spiegare che cosa sono le leggi e i vantaggi che derivano dal rispettarle, ci ha poi pensato il Procuratore Aldo Giubilaro. «Il concetto di legalità è sempre esistito – ha spiegato -, fin da quando si è costituito il primo gruppo di persone. È un’esigenza insopprimibile. Il concetto di legalità è quello di offrire a ciascuno la possibilità di fare qualcosa permettendo  agli altri di fare altrettanto. Le regole devono essere condivise. Una collettività , a meno che non voglia essere una giungla in cui vince il più forte, deve essere composta da persone libere di fare quel che desiderano, sempre nel rispetto delle leggi. Si tratta di rispetto di noi stessi e della collettività. L’attenersi alle norme deve essere visto come un valore che permette alla comunità di crescere, non come un limite. Bisogna fare in modo che chi non rispetta le regole torni a farlo».

Dello stesso parere il Maggiore dei Carabinieri di Pontremoli Giuseppe Lo Schiavo, che ha spiegato le difficoltà nella diffusione del concetto di legalità nelle scuole.

«Come rieducare chi esce dal carcere in modo che questo non cada nuovamente nel reato? – ha domandato Cosimo Maria Ferri – È importante che chi sta all’interno non rimanga ventiquattro’ore all’interno di una cella, ma che vengano organizzate attività addirittura lavori veri e propri. Nei nostri carceri ci sono sessantamila detenuti. I posti disponibili sono quarantamila. L’Europa ci sta condannando per non aver garantito le condizioni minime ai detenuti. Ci ritroveremo quindi a doverli risarcire. Stiamo quindi lavorando per muoverci diversamente, utilizzando sanzioni diverse, come lavori di pubblica utilità. E stiamo cercando di lavorare per far passare l’ergastolo della patente, in modo da punire severamente chi commette omicidio colposo sulla strada».

Diverse le domande che gli studenti hanno poi posto al Procuratore della Repubblica e al Sottosegretario di Stato, a testimonianza dell’interesse suscitato nei giovani.

Agli classi presenti è stata poi donata una copia della Costituzione Italiana, in ricordo della mattinata e come promemoria della lezioni imparata.