statale63collaudoponteponteSerriccioloIl Ponte sulla Statale 63 a Serricciolo, ad Aulla da una parte, esempio di quel paese che funziona, è reattivo ed efficiente, i ponti “ancora in stallo” di Stadano, Castagnetoli e Mulazzo, figli dell’alluvione del 2011, esempio invece, purtroppo, di quel paese vincolato sempre in affanno ed in ritardo che stenta a ripartire. Cnaplaude al rispetto dei tempi per la realizzazione del ponte sul torrente Aulella, lungo la strada statale 63 “del Valico del Cerreto” in località Serricciolo, nel comune di Aulla ma non può fare a meno di notare le due velocità di intervento: il ponte di Serricciolo ripristinato a tempo di record, 6 mesi dopo l’alluvione, i ponti di Stadano, Castagnetoli e Mulazzo ancora alla fase di realizzazione dopo 18 mesi. “Quando le promesse vengono mantenute non si può che esserne felici – commenta Simone Malatesta, Presidente del Comitato della Lunigiana di Cna. Aggiungiamo ai già tanti ringraziamenti i nostri a quanti si sono adoperati e a chi ha materialmente lavorato per portare a termine l’opera in breve tempo. Voglio fare un ringraziamento particolare a tutti i miei colleghi artigiani che hanno “subito” la mancanza del ponte e che, oltre alla crisi, hanno saputo stringere dignitosamente i denti per affrontare i tanti disagi causati dalla mancanza di una corretta viabilità”.

Se da un lato la principale associazione degli artigiani applaude, dall’altro non può non annotare evidenti ritardi sul pacchetto di lavori ed interventi di ripristino dell’alluvione del 2011 che possono costituire una grande occasione per le imprese locali: “il ponte sull’Aulella è un piccolo “miracolo” e ci dispiace – fa notare Malatesta – che non sia invece una sana abitudine italiana ma un esempio sporadico. Troppi sono i ritardi che il nostro territorio sta subendo a causa di una burocratica asfissiante e di una inspiegabile mala organizzazione. Da due anni stiamo aspettando che vengano sbloccati gli interventi di ripristino dell’alluvione del 2011, che oltre agli ovvi disagi, non permettono al tessuto imprenditoriale locale di poter creare economia a casa loro. Dobbiamo tradurre la sfortuna di quegli eventi alluvionali in una opportunità per le imprese e per il territorio”.

Sul fronte della burocrazia, un costo per le imprese in termini umani ed economici, sono impressionanti il numero di adempimenti che un’impresa media deve subire (e rispettare): 70 scadenze l’anno che corrispondono a 22 adempimenti (dall’iva alla Tares, passando per Imu, Irap e via di seguito): in pratica 1 scadenza ogni 3 giorni. “Ridurre la burocrazia – conclude Malatesta – significa ridurre covi di costo a carico delle imprese che possono essere dirottate per esempio su innovazione, sicurezza o miglioramenti di processo e di prodotto. Per ripartire abbiamo bisogno di meno burocrazia, una pressione fiscale più morbida e soprattutto tempi di reazione accettabili. Senza questi elementi – avverte – non abbiamo futuro”.