cermecAmarezza per una sentenza che non si sarebbe attesa. Fiducia sul fatto che la Cassazione potrà confermare la validità del concordato con continuità. Ferma determinazione nel proseguire nell’azione di risanamento della società che ha già dimostrato di poter svolgere un servizio indispensabile in maniera efficiente ed economica.

Questa è l’aria che si respira al Cermec, all’indomani della decisione della Corte d’Appello di Genova. Il presidente Bosetti non commenta la sentenza ma annuncia di aver già, d’intesa con i soci, dato mandato ai consulenti per depositare il ricorso alla Suprema Corte. «Prendiamo atto con rispetto di quanto deciso dai giudici genovesi, ma siamo più che fiduciosi sul fatto che il giudice di legittimità riconoscerà le nostre ragioni, rispetto alla posizione di Unicredit e al credito che pretenderebbe di vantare per operazioni effettuate, in maniera dubbia, a favore di ErreErre».

E nel frattempo? «Continueremo a lavorare come sempre, per portare avanti il risanamento e consolidare i risultati già ottenuti nel 2011, nel 2012 e anche nel primo semestre del 2013».

«Credo che tutti abbiano ben presente che i pesanti errori del passato, la mala gestione della società e gli eventuali reati commessi da ex amministratori e dirigenti, non possano oggi mettere in discussione una realtà come Cermec che rappresenta un patrimonio della collettività, che svolge un servizio pubblico indispensabile. È una realtà – conclude Bosetti – che va salvaguardata nella sua interezza, come vanno salvaguardati i lavoratori che in questi anni hanno partecipato allo sforzo di risanamento».

Di seguito il comunicato di merito della società.

«La vicenda oggetto di decisione da parte della Corte d’Appello, rilevante ai fini dell’omologazione del concordato, riguarda la posizione di creditore Banca Unicredit, con particolare riferimento alle obbligazione idi garanzia che sarebbe  state assunte da Cermec per i finanziamenti dalla stessa banca concessi alla società ErreErre. Il tema controverso è rappresentato dalla validità ed efficacia dell’obbligo di garanzia, assunto dall’allora direttore di Cermec, Roberto Vaira, e della sua opponibilità alla società e ai creditori della stessa.

L’interpretazione della società, nel senso della non operatività della garanzia, ha ricevuto il vaglio positivo prima dei Commissari nominati dal Tribunale, poi dal Tribunale di Massa e, ancora, della Procura presso la Corte d’Appello di Genova, la quale ha concluso per il rigetto del ricorso di Unicredit. In modo sorprendente, invece, la Corte d’Appello di Genova ha disatteso tale impostazione, ritenendo validi ed opponibili alla società gli impegni assunti dall’allora direttore generale Roberto Vaira.

Questa decisione è ricorribile in Cassazione ed è intendimento della società di proporre il ricorso dinanzi la Suprema Corte.

È necessario evidenziare altresì che, per giurisprudenza e dottrina unanimi, il provvedimento della Corte d’Appello non è immediatamente efficace, per cui rimangono fermi gli effetti del provvedimento di omologa, reso dal Tribunale di Massa, sino alla decisione definitiva della Suprema Corte; ciò significa che la società continuerà ad operare sulla base della disciplina oggi in essere, di concordato preventivo con continuità aziendale e dunque con il controllo del Tribunale di Massa e dei commissari giudiziali nominati».