polizia prostituzioneIeri mattina la Squadra Mobile dopo alcuni mesi di indagini serrate, coordinate dal P.M. D.ssa Conforti , ha effettuato un blitz all’interno del centro massaggi cinese denominato “Limone”a Marina di Massa.

Il centro massaggi era in realtà un luogo dove attraverso il mascheramento di servizi di estetica veniva esercitata la prostituzione da cittadine  di provenienza orientale.

L’autorità Giudiziaria su richiesta della Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dell’immobile all’interno del quale si svolgevano gli incontri di sesso a pagamento. L’attività ben collaudata seguiva un copione ben consolidato:la pubblicità del centro avveniva tramite il passaparola. Qui i clienti arrivavano chiedendo di fare un massaggio e la parola d’ordine per ricevere delle prestazioni aggiuntive di natura sessuale era quella da individuare nel c.d. massaggio “romantico” in una vasca con essenze. Si terminava così l’atto sessuale dapprima iniziato sui lettini inizialmente riservati al massaggio. I prezzi oscillavano da un minino di 40 ad un massimo di 70 con prestazione completa.

L’attività degli inquirenti era partita da una segnalazione che aveva confermato i sospetti già nutriti dalla polizia. Da lì l’indagine era partita con la massima attenzione del P.M. procedente D.ssa Conforti che si era affidata alla Squadra Mobile per le relative attività (continui pedinamenti per risalire al complicato intreccio di nomi e persone a cui dare un volto). Quando ormai erano state acquisite tutte le prove è scattato il blitz.

La Squadra Mobile al momento dell’irruzione ha trovato 4 persone tutte di etnia cinese, intente a lavorare al centro ma arrivandone poi a denunciare otto  per la legge Merlin.

L’immobile è stato posto sotto sequestro così come pure sono stati oggetto di sequestro alcuni macchinari , strumentazioni elettroniche e computers nella disponibilità della gerente del centro, una cittadina cinese di 30 residente a Milano ma di fatto domiciliata a Massa. Per quest’ultima l’ipotesi di reato formulata è quella di sfruttamento della prostituzione. Le altre cittadine cinesi, giovani, carine e tutte regolarmente in possesso di permesso di soggiorno come artigiane, sarte e colf rischiano l’espulsione oltre al fatto di essere state sfruttate) se si dovesse provare la piena complicità dell’appartenenza al gruppo di persone che di fatto gestiscono l’attività di sfruttamento della prostituzione. Una vasta attività sparsa su tutta la penisola ma che ha alle spalle un più vasto giro difficilmente individuabile proprio per la rapidità con cui cambiano i personaggi che tirano le fila di questo tipo di organizzazione . L’unica certezza è che l’attività del centro è stata bloccata, sono stati messi sigilli al locale sequestrato e forse potrebbe anche essere confiscato in base alle nuove norme. Non sono mancati gli applausi delle persone che vivono nelle vicinanze, ormai stanche di questo andirivieni di un popolo elusivamente maschile che accedeva  al negozio quando la Squadra  Mobile si è presentata per operare il controllo ed il relativo sequestro.

Al vaglio dell’A.G. e della Polizia vi è tutto il materiale sequestrato qualora dalla consultazione delle carte dovessero emergere altri spunti per l’attività investigativa.