Anno nuovo, vita nuova diceva e dice un vecchio adagio. Ma questo non lo sarà per i lavoratori della San Carlo. La storia è la solita, oramai va avanti da anni. Una realtà produttiva da sempre legata alla vita del paese di San Carlo, lo stabilimento di imbottigliamento dell’acqua e le sue terme. Una realtà produttiva che per anni ha significato molto per il territorio circostante creando una fonte di reddito per molte famiglie, ora abbandonata a se stessa.
E ora siamo arrivati anche ai licenziamenti.
Ma è veramente abbandonata a se stessa o questo apparente abbandono nasconde altri fini? È una domanda che ci siamo sempre posti e quanto sta accadendo in questi ultimi tempi potrebbe essere una ulteriore conferma.
Dopo innumerabili trattative, finalmente, a giugno di questo anno, si è arrivati al passaggio di proprietà. Qualche aspettativa è sorta, arriva una nuova proprietà, investe e, quindi, vorrà dare un nuovo impulso alla produzione. Ma le speranze su cui gli operai avevano riposto fiducia, ben presto si sono rivelate irrisorie. Nulla è cambiato. Tutto è fermo, gli operai, ancora in cassa integrazione – che scadrà a fine 2012 – hanno di fronte un futuro ancora più incerto di prima.
L’unica proposta che è stata avanzata (in questi giorni) è un possibile rinnovo della cassa integrazione solo, SOLO, se tre di loro firmeranno un documento con il quale si impegnano a non impugnare il licenziamento che scatterà tra qualche mese.
Dopo le promesse fatte, gli impegni del sindaco di Massa e del presidente della regione Toscana, la autoglorificazione della nuova proprietà “«Reputiamo questa azienda una delle più importanti per prodotto nella nostra zona e sicuramente una delle più storiche e ricche di tradizione per il nostro territorio. Abbiamo rilevato questa società spinti innanzitutto dal fatto che l’acqua San Carlo rappresenta un’eccellenza nel panorama delle acque a livello nazionale. Pertanto esiste una reale possibilità di riportarla ai livelli che le compete. Viste le passate gestioni il nostro investimento potrebbe sembrare un azzardo, ma siamo fermamente convinti del contrario» (http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2012/10/07/news/svolta-per-san-carlo-via-alla-produzione-pronti-a-rinascere-1.5815096)”, a distanza di pochi mesi, se non giorni, visto che la dichiarazione della proprietà risale ai primi di ottobre, l’unico rilancio che è stato proposto è quello della disoccupazione.
Unica certezza è che l’abbondanza delle sorgenti della San Carlo fa gola.
E qua torniamo a dipingere un quadro ipotetico, ma forse non lontano dalla realtà, che si intreccia con la vicenda San Carlo: la questione Evam.
Come oramai ben si sa, il Comune di Massa, proprietario del 95% della Evam, deve venderla in base alla legge 244 del 2007 (Finanziaria 2008). Più volte ha tentato senza riuscirci. E, a quanto pare, il motivo è solo uno:
“Primi tentativi falliti. E in effetti, il Comune ha già provato a vendere Evam, meglio, a cercare partner privati per la ricapitalizzazione. Ma la gara, nel 2008, era andata deserta. I soggetti interessati parlavano chiaro: poca acqua disponibile, pochi litri da imbottigliare e, quindi, pochi guadagni.
(http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2011/02/03/news/il-comune-vende-l-evam-1.2306186)”
Poca acqua nelle sorgenti Evam. E molta acqua nelle sorgenti San Carlo.
Questi sono due dati oggettivi. Siamo forse lontani dalla realtà quando, ragionando su cosa potrebbe accadere con di fronte questi dati oggettivi, vagheggiamo un passaggio delle concessioni San Carlo all’Evam per renderla più appetibile? Siamo così distanti dalla realtà quando ci figuriamo una dismissione dei beni della San Carlo a favore di una speculazione sui terreni circostanti?
E siamo così distanti dalla realtà nel pensare che il tutto si concretizzerà dopo le prossime elezioni amminstrative? Che questa vendita sia stata solo un modo per far passare in sordina il periodo pre-elettorale?
E del futuro dei lavoratori della San Carlo che ne sarà?
Tra pochi giorni scadrà la cassa integrazione, con il nuovo anno cosa gli si prospetta? Quello proposto a oggi non fa supporre qualcosa di buono.
Intanto cominciamo con tre e poi liquidiamo tutti?
Una cosa è certa tra tutte queste domande. I lavoratori della San Carlo hanno sempre lottato per il mantenimento di una importantissima risorsa economica per il paese e sempre lotteranno perché questa venga mantenuta e noi saremo sempre al loro fianco in questa lotta.