La mattinata in Lunigiana del commissario per l’emergenza Enrico Rossi è proseguita con l’incontro con i 14 sindaci della zona disastrata per illustrare i provvedimenti in corso d’attuazione. In particolare Rossi ha descritto l’ordinanza che firmerà nel pomeriggio, in cui definisce vincoli e blocchi agli interventi urbanistici ed edilizi nei Comuni colpiti dagli eventi del 25 ottobre.

In tutte le zone colpite da frane ed esondazioni e in quelle definite dal piano di bacino come “a pericolosità elevata e molto elevata” scattano limiti e proibizioni per ogni intervento urbanistico ed edilizio. Si potranno effettuare solo interventi di ripristino e messa in sicurezza. Entro quaranta giorni i Comuni dovranno inviare agli uffici del Commissario le perimetrazioni delle aree colpite (indispensabili anche per riconoscere i danni a persone e aziende). Nei successivi trenta giorni il Commissario le convaliderà; e al massimo tra un anno tutti i Comuni dovranno aver adeguato i propri strumenti urbanistici. Entro novanta giorni i Comuni dovranno anche inviare l’elenco dei corsi d’acqua (fossi, canali, torrenti) tombati, e l’elenco degli edifici seminterrati e interrati nelle aree interessate per valutare le misure da prendere.

“Non potranno più essere consentiti interventi nelle zone a rischio – ha sottolineato Rossi – Il nostro compito primario è la tutela del territorio e la sicurezza dei cittadini. Dobbiamo pensare al futuro, agire in modo precauzionale pensando a quale ambiente consegneremo ai nostri figli”. Proprio in relazione a questi principi, il presidente della Regione ha poi esposto ai sindaci il piano di interventi di pulitura dei corsi d’acqua, il Magra ma anche i suoi affluenti, che si sta predisponendo.

“Una volta ripuliti tutti i corsi d’acqua e rimesso in sicurezza ogni aspetto dell’assetto idrico – ha concluso Rossi – è mia intenzione arrivare ad un accordo di programma che definisca con tutti gli enti territoriali competenze e responsabilità di ognuno per la manutenzione e il mantenimento della pulizia dei fiumi, torrenti e fossi della zona. Valuteremo anche un utilizzo delle materie prime ottenute attraverso gli interventi di manutenzione, in particolare il legno. Penso in particolare a progetti già allo studio per l’utilizzo delle biomasse”.