«Pretendiamo certezze: abbiamo diritto ad avere la prova provata sul corretto utilizzo delle dighe di Giaredo, nel comune di Pontremoli e di Teglia, nel comune di Mulazzo. Quando e come vengono effettivamente aperte, la consistenza del flusso d’acqua che viene immessa sul letto del fiume e non solo»: firmato Umberto Galazzo. Il sindaco di Ameglia insieme ai residenti di Fiumaretta, Bocca di Magra e Cafaggio, le zone più colpite dalla “doppia esondazione” degli scorsi 23 e 25 dicembre, guardano a monte, da dove scende il fiume, e vogliono vederci chiaro.


E’ tutto nero su bianco in una lettera indirizzata a Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso per il Governo, ai presidenti delle Regioni Liguria e Toscana, al presidente dell’Autorità di Bacino, ai presidenti delle province della Spezia e Massa Carrara .

«Lungo il corso del fiume Magra _ scrive il sindaco _ in Toscana, le dighe di Giaredo (120mila metri cubi d’acqua di portata) e Rocchetta (5milioni), gestite da Edison sono regolate da una circolare della Presidenza del Consiglio (19 marzo 1996): quella circolare va cambiata, è stata pensata più in funzione della sicurezza degli impianti che non degli abitanti a valle. In base ad essa e al Piano Diga, si deduce che l’apertura della diga avviene in questo modo: raggiunto un certo livello identificato come massimo, tanta acqua entra, altrettanta viene scaricata. Quantità che ci dicono non essere significative, che però in un momento di piena andrebbero evitate. Detto questo, al di là del metodo che noi non condividiamo, siamo certi che questo protocollo sia stato rispettato? Anche perché consultando i livelli degli idrometri ora per ora durante la notte del 24 dicembre, anche che da profani qualcosa non ci torna. Chiedo che sia modificata la circolare e conseguentemente i piani diga, in modo che non si generino sovrapposizione di effetti tra la piena del fiume in corso per cause naturali e l’acqua che fuoriesce dalla diga: per evitare ciò, essendo le previsioni meteo molto precise, proponiamo la riduzione dell’altezza del bacino, con conseguente apertura della diga al momento del ricevimento della cosiddetta “allerta 1″»

da il Secolo XIX