L’opera del 700 del pittore massese recuperata dai Carabinieri coordinati dalla Procura di Massa CarraraChi era Ginesio Del Barba

Dopo oltre trent’anni, una preziosa tela del XVIII secolo è tornata nella sua sede originaria: la Basilica di San Famiano a Gallese. Si tratta di un dipinto realizzato a succo d’erba e raffigurante l’apparizione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a San Famiano. L’opera, datata 1754 e attribuita al pittore Ginesio Del Barba, artista originario di Massa Carrara, fa parte del ciclo pittorico delle Storie di San Famiano.

La tela era stata trafugata nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1991. A riportarla al suo legittimo contesto è stato il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze, che ha formalmente consegnato l’opera al Vescovo della Diocesi di Civita Castellana nel corso di una cerimonia ufficiale.

Il recupero è avvenuto grazie all’iniziativa dell’ultimo detentore del dipinto, che ne era venuto in possesso a seguito di un’eredità. Colpito dalla qualità artistica e dalla particolarità iconografica della scena raffigurata, ha deciso di rivolgersi al TPC per un controllo sull’autenticità e sulla provenienza dell’opera. L’indagine ha confermato l’origine illecita della tela, grazie al confronto con l’immagine archiviata nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, inserita all’epoca della denuncia di furto presentata alla Stazione Carabinieri di Gallese.

L’attività investigativa, condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Massa Carrara, ha anche accertato l’assoluta buona fede dell’attuale detentore, risultato estraneo al furto, in quanto possessore del bene per successione ereditaria (mortis causa). In virtù del riconoscimento della natura giuridica della tela come bene culturale tutelato, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la restituzione al legittimo proprietario

Chi era Ginesio Del Barba (Massa 1691 – Roma 1762):

📜 Chi era

  • Nato a Massa (borgo del Ponte) il 17 ottobre 1691, figlio di contadino, mostrò presto talento nel disegno e fu avviato alla pittura
  • Trasferitosi a Roma intorno al 1716, trovò patroni tra i nobili massesi e romani, come Camillo Cibo e il cardinale Filippo Antonio Gualtieri

🎨 Specialità artistica

  • Fu celebre per una tecnica pittorica detta “sughi” o “succhi” d’erba: colori vegetali stesi su tessuti, capaci di imitare preziosi arazzi a costi contenuti, rendendo vivaci e duraturi i dettagli
  • Realizzò con questa tecnica decorazioni per palazzi nobiliari come i Corsini (Sala Verde di Palazzo Corsini a Roma), Pamphilj, Odescalchi, oltre a interventi effimeri per eventi religiosi e feste sacre

🏛️ Opere e commissioni

  • Decorò la Sala Verde di Palazzo Corsini (Roma), con scene dalla “Gerusalemme liberata” di Tasso
  • Eseguì sottili imitazioni arazzo per i Pamphilj (Frascati) e per i palazzi Odescalchi.
  • Nel 1732 donò un “arazzo finto” raffigurante la consegna delle chiavi a San Pietro alla cattedrale di Massa

📌 Vita personale

  • Si sposò a Roma nel 1724, rimase vedovo nel 1734 e risposato nel 1735. Lavorò intensamente anche in servizi presso Cardinali, facendo parte della vita artistica e religiosa della Roma del XVIII secolo

🖼️ Eredità artistica

  • Non innovò stile o tecnica, ma affermò la propria maestria nell’arte dei “sughi d’erba”, molto apprezzata in epoca barocca
  • Recentemente alcune sue opere rubate, come episodi di san Famiano del 1754, sono state recuperate grazie all’intervento delle autorità

In sintesi, Ginesio del Barba è stato un abile artigiano-artista del Settecento, esperto nella pittura su tessuto che imitava gli arazzi. La sua raffinata tecnica fu molto apprezzata da famiglie nobili e in importanti edifici romani, lasciando opere ancora oggi visibili.

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