Il Ministro dell’Istruzione: “Troppi danni su salute e rendimento, ora basta. La scuola non può essere un’estensione dei social”
Una nuova stretta sull’uso dei telefoni cellulari a scuola arriva direttamente dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Con una circolare inviata ai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, comprese quelle paritarie, il Ministero impone un divieto esplicito: niente più smartphone in classe, né durante le lezioni né, più in generale, durante l’orario scolastico.
Una misura che segna un cambio di passo importante anche per gli studenti delle superiori, spesso considerati più autonomi ma sempre più vulnerabili alle conseguenze dell’iperconnessione. “Tale intervento appare ormai improcrastinabile – si legge nella circolare – alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche”.
I dati alla base della decisione
Il provvedimento trova fondamento in un’ampia mole di dati. Il ministro cita gli studi dell’OCSE, che segnalano un calo delle performance scolastiche in correlazione all’abuso delle tecnologie digitali, e richiama i risultati dei test PISA, dove l’Italia continua a mostrare segni di arretramento.
L’uso improprio dei dispositivi, secondo Valditara, rappresenta una delle cause del declino degli apprendimenti.
Ma non è solo una questione di rendimento scolastico. A preoccupare sono soprattutto gli effetti sulla salute mentale e fisica dei ragazzi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato un aumento significativo dei fenomeni di dipendenza da social media, con sintomi simili a quelli delle dipendenze classiche: incapacità di disconnessione, sintomi da astinenza, isolamento sociale.
L’Istituto Superiore di Sanità stima che oltre il 25% degli adolescenti soffra di un utilizzo problematico dello smartphone, con ricadute evidenti su sonno, concentrazione e relazioni sociali.
Un trend internazionale
Il ministro osserva che l’Italia non è sola in questo percorso: sempre più Paesi stanno adottando misure restrittive sull’uso dei dispositivi mobili a scuola, con l’obiettivo di restituire centralità all’apprendimento e al benessere degli studenti. “La scuola deve tornare a essere un luogo di studio, di confronto reale, di relazioni autentiche – ha commentato Valditara – non l’estensione digitale dei social network o delle chat”.
Educazione digitale sì, ma con consapevolezza
Il divieto non esclude però la necessità di formare i giovani a un uso responsabile della tecnologia. “L’obiettivo – si legge ancora nella circolare – non è demonizzare gli strumenti digitali, ma insegnarne un utilizzo consapevole e finalizzato alla crescita personale e culturale”.
Con questa misura, il Ministero lancia un chiaro segnale: la scuola non può restare indifferente di fronte a un fenomeno che rischia di compromettere il futuro delle nuove generazioni.
Il tempo passato online, secondo Valditara, deve lasciare spazio al tempo dedicato allo studio, alla riflessione e alla socialità vera.
Il cellulare, almeno a scuola, può aspettare.