È stata approvata martedì sera in Consiglio comunale con 18 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti (Massimo Evangelisti, Marco Guidi e Bruno Tenerani) la variante urbanistica denominata Universal Bench, che sancisce la trasformazione di un’area produttiva dismessa da destinazione industriale-artigianale a commerciale al dettaglio. Con la stessa votazione, la delibera è stata dichiarata immediatamente eseguibile.
La proposta, firmata dall’assessora all’Urbanistica Alice Rossetti, non è passata senza suscitare malumori, soprattutto tra i banchi dell’opposizione, che ha sollevato dubbi tanto nel merito quanto nel metodo. Il dibattito si è infatti rapidamente allargato ad altre vicende urbanistiche recenti, come la variante Sogegross, poi affossata dalla mancata approvazione della commissione paritetica Provincia-Regione.
Nel presentare la delibera, Rossetti ha illustrato le motivazioni alla base della decisione: «La variante interessa un’area produttiva dismessa già edificata, con una superficie di 24.220 metri quadrati, posta tra via Aurelia, via degli Olivetti e via Apriglia. L’intervento prevede la demolizione e ricostruzione di un fabbricato, con contestuale ampliamento e cambio di destinazione d’uso. L’obiettivo strategico è completare un’area all’ingresso della città, di rilevanza viaria e commerciale, senza rinunciare al rafforzamento dell’identità industriale, che resta prioritaria».
Le opposizioni: “Scelta discutibile e rischiosa”
Tra i voti contrari, si è distinto l’intervento di Stefano Alberti (PD), che ha criticato l’operazione parlando di “riqualificazione di facciata”:
«Ogni progetto annunciato come rilancio viene puntualmente smentito nei fatti. Ho forti dubbi sulla fascia di bordo: qui si interviene su un capannone isolato, senza un disegno d’insieme. Questo avrà impatti negativi sulle prospettive di sviluppo della città».
Più drastica Dina Dell’Ertole, che ha definito l’intervento «una scelta obsoleta, anacronistica rispetto alle esigenze di rigenerazione urbana».
Anche Ivo Zaccagna, capogruppo di Massa è un’altra cosa, ha espresso preoccupazione:
«Il contesto economico è fragile. Il 2024 si è chiuso con segnali di forte difficoltà per il nostro tessuto produttivo, come evidenziato anche dal recente rapporto della Camera di Commercio. Portare in Consiglio questa variante ora significa non ascoltare le reali esigenze del territorio. Non possiamo parlare di crescita se, nel frattempo, si mettono a rischio le attività esistenti».
Un equilibrio fragile
Il voto favorevole alla variante Universal Bench segna un nuovo capitolo nel dibattito sul futuro dell’urbanistica cittadina: da un lato l’amministrazione rivendica l’intervento come strumento di rilancio e riequilibrio funzionale dell’area; dall’altro, le minoranze temono uno snaturamento del tessuto produttivo locale e l’assenza di una visione integrata.
Quel che è certo è che la trasformazione approvata martedì inciderà profondamente e positivamente sull’ingresso ovest della città e sarà un banco di prova per la tenuta del modello di sviluppo urbano scelto dall’attuale amministrazione.