Oltre 500 poliziotti coinvolti in una delle più vaste azioni in Italia, con indagini che hanno smantellato reti dedicate allo scambio di materiale pedopornografico e sequestrato decine di migliaia di file illegali.
Si tratta di una delle più vaste operazioni mai compiute in Italia contro il crimine informatico e la diffusione di materiale pedopornografico. In un’azione coordinata che ha visto l’intervento di oltre 500 agenti, sono stati eseguiti più di 100 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, con il conseguente arresto di 34 persone.
La Toscana è stata uno dei principali teatri dell’operazione: gli arresti si sono concentrati in particolare nella provincia di Firenze, ma sono stati registrati anche altri interventi nelle città di Livorno, Massa, Pistoia e Pisa, estendendo così l’azione a diverse realtà territoriali. Durante le perquisizioni, la polizia ha sequestrato numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali, testimonianze della portata e della pericolosità delle reti investigative prese di mira.
La lunga e complessa indagine è scaturita da un’attività sotto copertura, realizzata in stretta collaborazione con la Procura Distrettuale. Utilizzando una nota piattaforma di messaggistica istantanea, gli specialisti della Polizia Postale sono riusciti ad individuare diversi gruppi dedicati allo scambio di immagini e video illegali, che includevano materiale particolarmente grave: immagini e video che documentavano abusi sessuali su minori, nonché episodi di zooerastia con vittime minorenni.
L’identificazione degli utenti ha richiesto un approfondito lavoro investigativo e complesse analisi tecniche, volte a superare le barriere dell’anonimato in rete. Tale impegno ha coinvolto anche approfondimenti investigativi all’estero, coordinati dalla Procura etnea, per decrittare i sofisticati sistemi di crittografia e le modalità di archiviazione in cloud adottate dagli indagati per occultare il materiale illecito.
Gli arrestati, tutti di sesso maschile e con un’età compresa tra 21 e 59 anni, provengono da diverse estrazioni sociali. Pur rimanendo in attesa della sentenza definitiva, il quadro emergente è particolarmente allarmante: due degli arrestati, in particolare, risultano detenere non solo migliaia di file pedopornografici, ma anche immagini e video autoprodotti che documentano abusi sessuali su minori, vittime già identificate dagli operatori di Polizia.
Il materiale sequestrato è ora al vaglio dei magistrati inquirenti e degli specialisti della Polizia Postale, che proseguiranno con ulteriori approfondimenti investigativi per confermare il quadro indiziario e facilitare l’identificazione delle piccole vittime.
Questa operazione, di dimensioni storiche, rappresenta un duro colpo alle reti criminali che sfruttano il web per diffondere materiale illecito e un segnale forte dell’impegno delle forze dell’ordine nella tutela dei minori e nella lotta contro il crimine informatico.