Un’operazione che potrebbe portare nelle casse comunali circa due milioni di euro: è quanto il Comune di Massa conta di incassare dalla Cosap (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche) relativa ai viadotti autostradali. La notizia è emersa dall’albo pretorio, dove sono stati pubblicati i verbali emessi dal Comune per la riscossione di questa tassa, applicata sui viadotti autostradali che attraversano il territorio comunale.
La decisione ha sollevato polemiche, con la società Salt, che gestisce le infrastrutture autostradali, pronta a difendersi. La società ha infatti presentato tredici ricorsi al Tar, uno per ogni viadotto sul territorio di Massa, contestando la legittimità dei verbali emessi dal Comune per l’annualità 2015. In questi ricorsi, Salt sostiene che l’occupazione di suolo pubblico non sia dovuta, in quanto, a suo parere, i viadotti non dovrebbero essere soggetti al pagamento della Cosap.
A sostegno della sua posizione, l’amministrazione comunale fa riferimento alla Suprema Corte che, con l’ordinanza n. 35408 del 1° dicembre 2022, ha confermato che i viadotti autostradali sono soggetti al pagamento del canone di occupazione suolo pubblico. . La Corte ha ricordato che il presupposto impositivo dell’occupazione suolo è costituito dalle occupazioni, di qualsiasi natura, di spazi ed aree, anche soprastanti e sottostanti il suolo, appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dei Comuni e delle Province, che comporti un’effettiva sottrazione della superficie all’uso pubblico
Ora, la questione è nelle mani del Tar, che dovrà decidere se i verbali emessi dal Comune siano legittimi o meno. La sentenza del tribunale amministrativo potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della gestione del suolo pubblico e delle infrastrutture autostradali