È una protesta decisa e senza precedenti quella messa in atto oggi da Mario Maffei, presidente della Cooperativa “Montagna Verde” e figura di spicco nel recupero del borgo di Apella, in Lunigiana.

Maffei si è incatenato alla cancellata del Distretto ASL Servizio Veterinario di Licciana Nardi, esponendo cartelli di denuncia. Al centro della sua protesta ci sono le recenti disposizioni contro la peste suina africana che, nei comuni inclusi nella zona 1 – come Licciana – vietano la caccia al cinghiale, una restrizione che, secondo Maffei, sta causando la distruzione del territorio

“Questi animali stanno distruggendo tutto – ha dichiarato Maffei – dai castagneti agli orti, dai prati da pascolo ai muretti a secco. Come farò a portare al pascolo le mie pecore ei miei bovini, se il territorio continua a essere devastato?”. Una condizione che mette a rischio, sottolinea, anche l’attività di altri allevatori locali, come il pastore Boschetti, che produce formaggi per il suo agriturismo. “Serve una deroga, e va riaperta la caccia al cinghiale: in caso contrario, saremo costretti ad abbandonare questi luoghi, come fecero di nostri vecchi nel secolo scorso”

Mario Maffei, classe 1953, è una figura che ha saputo portare la vita nel borgo abbandonato di Apella, trasformandolo in uno dei primi Alberghi diffusi in Italia, arrivando a vincere anche il celebre programma “Quattro Ristoranti”

La protesta ha attirato l’attenzione del sindaco di Licciana Nardi, Renzo Martelloni, che ha affermato: “La questione dei cinghiali è gravissima e insostenibile con il divieto di caccia. Bisogna intervenire urgentemente.” Maffei ha poi concluso con un appello alle autorità regionali e al Prefetto, chiedendo soluzioni immediate: “Questo dramma va risolto, prima che sia troppo tardi”

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