La Corte d’Appello ha confermato quasi interamente la sentenza di primo grado nel caso del carabiniere condannato dal Tribunale di Massa per molestie a quattro giovani dipendenti di un bar di famiglia a Carrara. La pena è stata ridotta di soli 15 giorni, passando da tre anni a due anni, 11 mesi e 15 giorni, poiché i giudici hanno ritenuto che il reato di molestie fosse assorbito in quello di violenza sessuale.
Sono state confermate anche tutte le sanzioni accessorie, tra cui l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, l’interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole e nelle strutture frequentate da minori. Rimane invariata anche la decisione sul risarcimento del danno a favore delle vittime, come stabilito dal primo giudice.
I fatti risalgono a otto anni fa e riguardano, tra le accuse, la violenza su una delle parti civili quando questa aveva solo 16 anni. Le dipendenti, dopo essersi confidate inizialmente con lo zio di una di loro, anche lui carabiniere, avevano poi parlato degli episodi agli inquirenti, descrivendo un clima di molestie continue e comportamenti inappropriati.
La Corte d’Appello ha confermato la piena attendibilità del racconto delle vittime, sostenendo che le loro versioni trovavano riscontri anche nelle dichiarazioni di altre colleghe non denuncianti, oggetto anch’esse di attenzioni non richieste.
La difesa dell’imputato, che ha sostenuto che le denunce fossero motivate da ragioni economiche legate a crediti lavorativi non onorati, è stata considerata “inverosimile” dalla Corte. Il caso arriverà ora in Cassazione