La lottizzazione prevedeva la realizzazione di 8 fabbricati, con annesse opere di urbanizzazione. “Vero e proprio ostruzionismo amministrativo: quattro ditte sono fallite”

Tutti assolti perché il fatto non sussiste”: è un verdetto inequivocabile quello del Tribunale di Massa Carrara chiamato a esprimersi sulla vicenda della lottizzazione.

Ad annunciarlo, in una nota, l’avvocato Paola Mancuso, che ha seguito la vicenda sul fronte amministrativo, auspicando che il giudizio penale facesse chiarezza.  In attesa delle motivazioni, sottolinea: “Una vicenda paradossale quella del Masero di Terrarossa a Licciana Nardi, affrontata da anni con i toni scandalistici di chi come un vero scandalo l’ha offerta all’opinione pubblica. Una lottizzazione nella quale molte famiglie hanno trovato alloggio finita nelle sabbie mobili di un ostruzionismo amministrativo, prima e, dopo, di una lunga vicenda giudiziaria che ha cercato inutilmente colpevoli e capri espiatori. Inutili i tentativi di definire per le vie ordinarie la vicenda”.

Sono stati assolti, infatti, tutti gli imputati, tra cui il progettista e direttore dei lavori Ing. Graziano Testa difeso dall’Avv. Stefano De Ferrari, Claudio Beverini difeso dall’Avv. Anna Ida Conti, titolare della ditta esecutrice, ed i fratelli Terenzoni Mauro e Leandro anch’essi con la omonima ditta esecutrici di due degli otto fabbricati difesi dall’Avv. Filippo Coppelli, coop Paolo VI presidente Giovanni Rosi difeso dall’Avv. Emilio Vettori. 

Grande soddisfazione da parte dei legali difensori e dei consulenti tecnici di parte che hanno “stigmatizzato e dimostrato l’infondatezza delle tesi accusatorie coincidenti con quelle dell’ amministrazione costituitasi Parte Civile”. In sostanza, “non è mai esistito un reato” e “quello che è stato definito mostro del Masero può tornare nel suo anonimato”. “Magari, faranno silenzio anche il giustizialismo infondato dell’amministrazione comunale e le legittime proteste degli acquirenti – prosegue Mancuso – che oggi finalmente sanno chi sono i responsabili dei loro ritardi e disagi. Tutto tornerà ad una normalità fino ad oggi perseguitata ma resterà il disastro di una vicenda che ha infondatamente messo alla gogna professionisti e imprese”. “In poche parole i danni di questa gigantesca bufala non saranno cancellati da una sentenza, che pur restituisce un importante riscatto morale. Per il resto sicuramente bisognerà attendere la motivazione della sentenza e le iniziative di  chi non può certamente vedersi restituiti 15 anni di vita”.