Le Alpi Apuane al centro di una manifestazione nazionale per sensibilizzare le istituzioni e tutta la comunità al problema dell’escavazione del marmo che sta facendo scomparire intere montagne.

Il 16 dicembre 2023 Carrara ospiterà la manifestazione “Le montagne non ricrescono – Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque che vedrà l’unione di molte realtà nazionali e locali di tutela del territorio per denunciare e aprire i riflettori su quanto sta accadendo sul territorio apuano.

Le sezioni CAI e le associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna hanno indetto un’iniziativa pubblica di sensibilizzazione poiché “Nei mesi passati le Alpi Apuane sono state scenario di diversi atti ostili da parte degli industriali del marmo e delle istituzioni che hanno tentato più volte di impedire l’accesso ad alcuni sentieri montani. A tutto ciò si accompagna l’insoddisfacente tutela ambientale e la dubbia legalità nella gestione complessiva dell’escavazione sulle Apuane, che il Gruppo Regionale toscano del CAI ha esposto nel “Dossier Apuane”.

Le realtà promotrici dichiarano inoltre che “In quattro anni è aumentato del 30% il materiale estratto, negli ultimi 30 anni è stato estratto più marmo dalle Apuane che negli ultimi 2000 anni a un ritmo non più sostenibile. L’80% del materiale estratto dalle Alpi Apuane è detrito, in gran parte polverizzato per produrre carbonato di calcio e meno dell’1% è usato per fini artistici. A fronte di questi dati riteniamo che sia naturale partecipare per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza sul destino del nostro futuro e di quello delle future generazioni”.

E concludono: “ll caso delle Alpi Apuane è dunque emblematico nel mostrare le aberrazioni dell’estrattivismo, ovvero un sistema di sfruttamento del territorio in cui le aspettative del mondo imprenditoriale piegano le esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità che vivono il territorio stesso. Un principio che, una volta affermato e reso sistemico, produce la privatizzazione dei profitti in pochissime mani e la socializzazione dei costi sulla popolazione e sugli ecosistemi. Non a caso Carrara è uno dei comuni più indebitati d’Italia, la cui provincia vanta tristemente un tasso di disoccupazione altissimo rispetto alla media dell’Italia centrale, ma che ospita al contempo società dagli utili favolosi”.