L’Università Europea di Fiesole ha deciso di rinominare la festa del Natale per rispettare gli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui”.
Secondo queste regole, le feste religiose devono essere inserite nel calendario, ma il linguaggio con cui vengono comunicate deve essere “inclusivo”. E così chiede alla comunità accademica che da anni forgia la classe dirigente e diplomatica per Strasburgo e Bruxelles di trovare un nome alternativo, più laico, meno urticante alle altre confessioni religiose o a chi è laico, ateo, agnostico.
L’ateneo ha accettato proposte per rinominare il Natale, con una delle proposte circolate che suggerisce “Festa d’Inverno”. Tuttavia, si stanno cercando ulteriori proposte.
Al prestigioso istituto di Fiesole (Eui), che ha sede nella Badia Fiesolana dove sorgeva l’oratorio dedicato ai Santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole) il presidente Renaud Dehousse ha deciso che, «per ottemperare agli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui”, “l’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano. La proposta circolata è “Festa d’Inverno”, ma ora si chiedono altre idee.
L’euro-deputata leghista Susanna Ceccardi ha criticato questa decisione, sottolineando che il Natale è una festa legata alla cultura italiana e ha radici comuni che vanno oltre la religione. Ha considerato questa scelta una cancellazione della tradizione e dell’identità italiana, sostenendo che l’eliminazione dei riferimenti cristiani compromette l’essenza della festa.
La consigliera metropolitana di Fratelli d’Italia, Alessandra Gallego, ha espresso una posizione simile, definendo la decisione “sconcertante” e una deriva verso l’omologazione al politicamente corretta. Ha sottolineato l’importanza del Natale come festa cristiana e ha chiesto al presidente dell’istituto di ritirare la proposta.