Al 31 dicembre 2022 l’importo medio dell’indebitamento per nucleo famigliare presente in Italia è salito a 22.710 euro. Complessivamente lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie italiane si è attestato sul livello record di 595,1 miliardi di euro ed è aumentato del 3,5 per cento rispetto al 2021.

A darne conto è l’Ufficio studi della CGIA che a seguito di questi risultati paventa un altro rischio: la recrudescenza dell’usura. Sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più “disponibili” di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili. E’ noto a tutti che l’usura è un fenomeno “carsico”: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine. Le vittime, molto spesso, sono minacciate ed hanno paura per la propria incolumità fisica e per quella dei propri cari. Chi rivuole i propri soldi, infatti, non si fa alcun scrupolo; non solo applica nel giro di qualche mese tassi di interesse spaventosi, ma è disposto a qualsiasi cosa pur di recuperare quanto prestato, in ultima istanza anche alle maniere forti.

·        Situazione critica, ma ancora sotto controllo

Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso, la situazione è critica, ma ancora sotto controllo. E’ probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022. Le aree provinciali più esposte economicamente, infatti,  sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, il maggiore indebitamento di questi territori potrebbe essere riconducibile ai significativi investimenti

avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente,  sono in massima parte ascrivibili alle famiglie che hanno un buon tenore di vita. Altra cosa, invece, è interpretare i dati del Mezzogiorno; in termini assoluti la situazione è meno critica che nel resto del Paese, anche se il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. Va altresì ricordato che la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più vulnerabili, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale.  I dati dell’Istat ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.

·        ARTIGIANI, NEGOZIANTI E PARTITE IVA I PIU’ ESPOSTI AL RISCHIO USURA

Con il progressivo rallentamento dell’economia e il conseguente crollo dei prestiti bancari alle imprese avenuto negli ultimi mesi, non è da escludere che sia in atto un “avvicinamento” delle organizzazioni criminali verso le micro aziende a conduzione familiare: come gli artigiani, i negozianti e tante partite Iva. Da sempre il mondo dei lavoratori autonomi è quello più a rischio. In passato, a seguito di una spesa imprevista o di un mancato incasso, molti sono stati costretti a indebitarsi per poche migliaia di euro con soggetti che inizialmente si presentavano come dei benefattori, ma nel giro di qualche mese si trasformavano in quello che sono veramente: dei criminali. Per evitare tutto ciò bisogna invertire la tendenza, tornando a dare liquidità alle micro imprese, altrimenti molte di queste potrebbero finire tra le braccia degli usurai. Non solo, è altresì necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento, quest’ultimo,  introdotto per legge da alcuni decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione.

·        A MILANO LE FAMIGLIE PIU’ IN “ROSSO”. A ENNA QUELLE MENO

Le famiglie più in “rosso” sono ubicate nella provincia di Milano, con un debito medio di 35.342 euro (+5,1 per cento rispetto al 2021); al secondo posto scorgiamo quelle di Monza-Brianza, con 31.984 euro (+3 per cento) e al terzo posto le residenti a Bolzano, con 31.483 euro (+5 per cento). Appena fuori dal podio notiamo quelle di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.851 euro (+2,8 per cento) e quelle di Como, con 30.276 euro (+3,8 per cento).  Tra le meno esposte, invece, segnaliamo le famiglie residenti nella provincia di Agrigento, con un debito di 10.302 euro (+3 per cento) e quelle di Vibo Valentia, con 9.993 euro (+1,9 per cento). Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a  9.631 euro (+3,6 per cento).

Nel 2022 la provincia d’Italia che ha subito la variazione di crescita dell’indebitamento familiare più importante è stata Ravenna (+9,1 per cento), mentre l’unica che ha subito una contrazione è stata Vercelli (-2,3 per cento) (vedi Tab. 1 e Tab. 2).

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia

Nota: si fa presente che, per il 2015, il dato risente di alcune discontinuità statistiche avvenute a giugno e ad ottobre 2015 per effetto della riorganizzazione di primari gruppi bancari. Tali discontinuità non influenzano, tuttavia, la tendenza generale di crescita dell’indebitamento delle famiglie negli ultimi anni.

L’aggregato comprende: mutui e leasing; prestiti personali, prestiti contro cessione di stipendio, aperture di credito in conto corrente (in genere forme di credito al consumo); sono inoltre incluse altre forme tecniche di prestito che, come indicato dalla Banca d’Italia, non sono specificate nelle statistiche (ad esempio carte di credito, prestiti su pegno ecc.).

Tab. 1 – L’indebitamento delle famiglie italiane (per provincia)

Rank per imp. mediProvince2021
(mln €)
2022
(mln €)
Var. %
2022/2021
Impieghi per famiglia
(anno 2022 in €)
1Milano51.91554.567+5,135.342
2Monza-Brianza11.84312.195+3,031.984
3Bolzano6.8947.237+5,031.483
4Roma59.17460.848+2,830.851
5Como7.6627.952+3,830.276
6Prato3.0233.201+5,930.003
7Firenze12.88213.426+4,229.439
8Varese10.94611.249+2,828.967
9Siena3.2713.419+4,528.554
10Lodi2.7242.767+1,628.176
11Padova10.56911.136+5,427.820
12Trento6.4916.666+2,727.771
13Bologna12.84413.539+5,427.472
14Modena8.0598.469+5,127.442
15Pisa4.8925.069+3,627.065
16Livorno3.9904.093+2,626.349
17Bergamo11.93512.270+2,825.894
18Treviso9.1519.455+3,325.639
19Ravenna4.2194.601+9,125.623
20Forlì-Cesena4.1494.361+5,125.146
21Venezia9.2569.496+2,625.092
22Verona9.63410.052+4,325.084
23Lecco3.5423.650+3,125.047
24Brescia13.19413.611+3,224.955
25Pistoia2.9903.111+4,124.550
26Pordenone3.1763.322+4,624.490
27Torino24.85425.748+3,624.457
28Reggio Emilia5.4025.619+4,024.441
29Parma4.7914.999+4,324.302
30Lucca3.9784.139+4,024.169
31Vicenza8.4548.732+3,323.891
32Novara3.7443.857+3,023.583
33Pesaro e Urbino3.5213.581+1,723.571
34Cremona3.4973.600+2,923.438
35Bari11.13811.728+5,323.342
36Grosseto2.3272.425+4,223.286
37Pavia5.5815.699+2,123.125
38Rimini3.2863.424+4,222.782
39Gorizia1.4651.506+2,822.711
40Udine5.2355.418+3,522.255
41Asti2.1072.122+0,722.217
42Mantova3.6803.820+3,822.089
43Ancona4.4044.512+2,521.968
44Cagliari4.2184.363+3,421.938
45La Spezia2.1842.261+3,621.893
46Cuneo5.4185.664+4,521.780
47Arezzo2.9983.128+4,321.206
48Trieste2.3892.488+4,120.846
49Perugia5.7165.877+2,820.842
50Verbano-Cusio-Ossola1.4831.519+2,520.583
51Genova8.4118.606+2,320.583
52Piacenza2.5592.663+4,120.431
53Pescara2.7012.764+2,320.325
54Savona2.6572.698+1,619.798
55Massa-Carrara1.6831.732+2,919.722
56Sondrio1.5191.571+3,419.636
57Latina4.5404.674+2,919.315
58Ascoli Piceno1.6411.662+1,319.083
59Rovigo1.9001.941+2,219.026
60Terni1.8741.913+2,118.764
61Ferrara2.9293.029+3,418.751
62Barletta-Andria-Trani2.6622.773+4,118.670
63Napoli20.42821.178+3,718.572
64Belluno1.7021.739+2,218.544
65Viterbo2.5922.638+1,718.481
66Vercelli1.4611.427-2,318.360
67Macerata2.3402.386+2,018.294
68Fermo1.2901.316+2,018.269
69Palermo8.8239.066+2,718.014
70Imperia1.7931.848+3,117.900
71Sassari3.8543.980+3,317.554
72Alessandria3.3893.426+1,117.385
73Aosta1.0011.035+3,317.115
74Taranto3.9724.043+1,817.056
75Teramo2.1372.198+2,817.018
76Catania7.4877.688+2,716.915
77Siracusa2.6902.755+2,416.587
78Biella1.3071.329+1,716.323
79Rieti1.1291.162+3,016.289
80Chieti2.5852.632+1,816.170
81Brindisi2.4772.582+4,215.936
82Salerno6.6786.882+3,115.900
83Frosinone3.0263.075+1,615.185
84Foggia3.7163.778+1,715.174
85L’Aquila1.8621.931+3,714.810
86Lecce4.6894.861+3,714.429
87Ragusa1.8411.881+2,114.285
88Oristano921970+5,314.106
89Messina3.8323.885+1,414.072
90Caserta4.7874.987+4,213.905
91Sud Sardegna2.0252.085+3,013.701
92Campobasso1.2681.288+1,513.561
93Matera1.0811.137+5,213.545
94Catanzaro1.9591.999+2,013.368
95Trapani2.3022.375+3,212.922
96Nuoro1.1111.164+4,712.448
97Avellino2.0182.094+3,712.418
98Caltanissetta1.2081.243+3,011.723
99Isernia402420+4,311.690
100Benevento1.2421.295+4,311.513
101Potenza1.6861.733+2,811.309
102Crotone760782+2,811.220
103Cosenza3.2603.345+2,611.037
104Reggio Calabria2.3292.376+2,010.715
105Agrigento1.7551.808+3,010.302
106Vibo Valentia632644+1,99.993
107Enna643666+3,69.631
 ITALIA574.859595.148+3,522.710

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia e Istat

Nota: impieghi medi per famiglia calcolati con il numero delle famiglie relativo al 01/01/2022, per l’Italia 26.206.246 famiglie.

Tab. 2 – L’indebitamento delle famiglie italiane (per regione)

Rank per imp. mediRegioni2021
(mln €)
2022
(mln €)
Var. %
2022/2021
Impieghi per famiglia
(anno 2022 in €)
1Lombardia128.037132.951+3,829.594
2Trentino-Alto Adige13.38413.903+3,929.587
3Lazio70.46172.397+2,727.518
4Toscana42.03443.744+4,126.311
5Emilia-Romagna48.23650.704+5,124.950
6Veneto50.66652.550+3,724.911
7Friuli-Venezia Giulia12.26512.734+3,822.548
8Piemonte43.76245.093+3,022.524
9Marche13.19513.457+2,020.803
10Umbria7.5907.790+2,620.290
11Liguria15.04415.413+2,520.256
12Puglia28.65429.765+3,918.195
13Valle d’Aosta1.0011.035+3,317.115
14Abruzzo9.2869.525+2,617.061
15Sardegna12.12912.563+3,616.974
16Campania35.15336.436+3,616.465
17Sicilia30.58231.367+2,615.181
18Molise1.6711.708+2,213.048
19Basilicata2.7662.870+3,712.101
20Calabria8.9419.145+2,311.312
 ITALIA574.859595.148+3,522.710
 NORD OVEST187.844194.492+3,526.585
NORD EST124.552129.890+4,325.093
CENTRO133.280137.387+3,125.804
 MEZZOGIORNO129.183133.379+3,215.898

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Banca d’Italia e Istat

Nota: impieghi medi per famiglia calcolati con il numero delle famiglie relativo al 01/01/2022, per l’Italia 26.206.246 famiglie.