La mancanza di pioggia non ha ricaricato l’invaso che si è prosciugato
Per il secondo anno consecutivo i livelli di guardia dell’invaso della Marana, a Bagnone, sono scesi repentinamente a causa del forte caldo che attanaglia il territorio e della scarsità di piogge.
Scendere sotto la misura minima consentita per erogare l’acqua, significa dover interrompere una parte dell’impianto irriguo, quella di Bagnone – Villafranca che serve la zona B compresa tra le frazioni di Virgoletta e Mocrone Alto. Data la situazione non è escluso che nei prossimi giorni lo stop possa interessare altri settori della rete.
“L’invaso della Marana è praticamente vuoto – afferma Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio 1 Toscana Nord – una pozzanghera di terra e fango e il rigolo di acqua quasi impercettibile che si vede nelle fotografie è l’apporto del torrente Mangiola. Sono immagini impressionanti che testimoniano la crisi idrica generata dalla siccità che colpisce questa porzione di Toscana. Nemmeno le piogge sopra la media che abbiamo avuto nel mese di giugno hanno scongiurato questa emergenza e la conseguente chiusura dell’impianto.”
“Lo scorso anno si verificò la stessa situazione con una decina di giorni di anticipo (era il 22 luglio) e già in quell’occasione chiedemmo alla Cabina di regia per l’emergenza idrica di approvare gli interventi di risagomatura dell’invaso e di rimozione dei detriti che nel corso del tempo si sono depositati sul fondo. Aumentare il volume di invaso sarebbe infatti fondamentale per assicurare il superare questi periodi siccitosi e garantire la fornitura di acqua. Chiediamo alla Regione, pertanto, di poter intervenire anche in somma urgenza in questo momento che l’invaso è vuoto.”
Il Consorzio aprirà nuovamente l’invaso non appena le condizioni lo consentiranno, nel frattempo ricorda il forte impegno profuso per gli impianti irrigui della Lunigiana per i quali è riuscito ad ottenere importanti finanziamenti, uno dei quali riguarda proprio l’acquedotto di Bagnone – Villafranca per un importo di 375 mila euro per l’ammodernamento della rete, interventi importanti ma che possono essere vanificati se non viene aumentata la capacità di invaso a monte.