Successo di partecipazione per la 14° giornata dell’iscritto organizzata dalla Cisl, presso la Sala Marmoteca di Imm Carrara Fiere, che come tema principale del dibattito aveva la Sanità: “La salute è un bene prezioso”.
All’evento oltre ai numerosi iscritti al sindacato Cisl, (pienone da 200 persone e 2000 visualizzazioni evento su fb)  erano presenti il segretario generale Pensionati Cisl Fnp Emilio Didonè, il

segretario generale nazionale Cisl Fp Funzione Pubblica, Maurizio Petriccioli, Ciro Recce segretario generale Usr Toscana ed anche il segretario generale Ust Toscana Nord Massimo Bani, il segretario generale aggiunto Andrea Figaia, la segretaria confederale Ust Toscana Nord Alessandra Biagini e Andrea Giannecchini segretario generale Fnp Cisl Toscana Nord.

<< La scelta di creare l’”aslone” di area vasta ha generato – analizza Andrea Figaia – come conseguenza, una elefantiasi burocratica di stampo amministrativo in evidente contrasto ed, anche in antitesi, con la richiesta continua pressante ed urgente di una sanità di prossimità nei territori e negli ospedali. Anche le aziende ospedaliere universitarie (pur valide e con delle realtà di eccellenza) soffrono il modello aziendalista (si vedano le spese “da Governo” in esecuzione a Cisanello ). Questi modelli sanitari di area vasta si gonfiano e “giganteggiano”, ma perdono di vista le città, le aggregazioni urbane minori, le valli e le aree montane>>.
Critiche del sindacato anche alle scelte politiche regionali in ambito sanitario: <<la politica non si mette d accordo – continua Figaia – nemmeno per le sinergie di base previste per la costituzione delle Sds, in mancanza di medici e personale sanitario si ricorre alle esternalizzazioni. E’ di queste ore la notizia delle risultanze delle indagini Istat che attestano come una larga fetta della popolazione rinunci di fatto a curarsi a causa del protrarsi dei tempi di attesa. Il tanto decantato servizio sanitario toscano vive ormai da tempo in simbiosi con forme di privatizzazione ed esternalizzazione, più o meno reversibili, di sue parti. Parti importanti del sistema sanitario (il c.d. core business) vengono esternalizzati. Non varrebbe la pena investire direttamente e con

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personale pubblico dedicato invece che delegare al privato una delle funzioni pubbliche più essenziali?>>.

Il Covid ha evidenziato ancora di più le anomalie di un modello che occorre ripensare profondamente; un modello in cui il mandato principale del Direttore Generale (DG) è quello di chiudere i bilanci il più possibile vicino al pareggio. Un DG di aziende sempre più vaste e territorialmente complesse che però non ha particolari responsabilità politiche di lunga durata nei confronti dei territori che va ad amministrare.
<<Il Pnrr in questo contesto – conclude Figaia – rappresenterebbe una vera panacea, inserendo risorse fresche da investire nei settori più bisognosi, almeno in teoria. In realtà la mancanza (finora) delle risorse dedicate del cosiddetto “Mes” ha portato ad un investimento Pnrr, pari solo a 14 miliardi di € ( su un tot.di ca 200 ) delle risorse totali in Italia e, anche, ad una produzione seriale di progetti sociosanitari che, se non inutili, certo appaiono ripetuti e di impatto limitato in tutte le zone distretto oppure di supporto ad azioni nel sociale già presenti che non rappresentano un elemento di novità>>.