Il prossimo trimestre le bollette elettriche aumenteranno del 40%. E’ l’allarme lanciato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel suo intervento al convegno ‘Verso una transizione sociale’, organizzato ai Magazzini del Cotone di Genova dalla Cgil. Nel periodo luglio-settembre la bolletta della luce era aumentata del 20% a causa del forte aumento delle quotazioni delle materie prime e della crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2. Solo l’intervento del Governo, con un provvedimento di urgenza, è riuscito a contenere l’incremento al +9,9% agendo sugli oneri generali. «Se l’energia aumenta troppo di costo, le nostre imprese perdono competitivitaà e i cittadini, soprattutto quelli con un reddito medio-basso, faticano ulteriormente per pagare dei beni primari come l’elettricità in casa. Queste cose vanno considerate perché sono egualmente importanti rispetto alla transizione ecologica», ha evidenziato il ministro aggiungendo che «la transizione ecologica non può essere fatta a spese delle categorie vulnerabili».

«Finché io avrò l’onere e l’onore di occupare questa posizione», ha aggiunto Cingolani, «faro’ di tutto perché le due cose non vengano mai scisse. Le due cose vanno tenute insieme. Dobbiamo ricordarci che c’e’ una transizione sociale che deve andare di pari passo alla transizione ecologica». Interpellato dai giornalisti, a margine del convegno, sull’allarme per la perdita di posti di lavoro che la transizione potrebbe provocare, Cingolani ha ricordato: «Tutti gli organismi internazionali lo hanno detto: pianeta in salute, persone in salute, transizione giusta. Non esiste solo la transizione ecologica se non c’e’ anche quella sociale».

«Bisogna essere anche molto realisti: non possiamo pensare di fare la transizione ecologica non curandoci del fatto che centinaia di migliaia di famiglie possano rischiare qualcosa», ha aggiunto il ministro. «Dobbiamo essere bravi a gestire questa operazione che non è solo ambientale, ma anche di tipo sociale». Su questo fronte, l’Italia si sta muovendo nella direzione giusta, ha sostenuto Cingolani. «Secondo me, il programma italiano é strutturato in maniera sostenibile, intelligente da questo punto di vista», ha assicurato il ministro. «La stampa internazionale ormai commenta queste cose in maniera convinta, direi che dobbiamo lavorare con molta coscienza. Non è solo un problema difficilissimo di natura ambientale, ma anche di modello sociale che stiamo cambiando. L’agenda che abbiamo fatto secondo me va bene, dobbiamo solo portarla avanti».

Il ministro ha evidenziato anche la necessità di accelerare sulla transizione. «Ogni anno dobbiamo alzare l’offerta di energia elettrica rinnovabile, quindi ogni anno dobbiamo mettere 8 gigawatt di impianti nuovi. Oggi ne stiamo mettendo 0,8 gigawatt, quindi dobbiamo decuplicare la nostra capacità di installare impianti rinnovabili». «Se riusciamo a fare elettricità verde”», ha aggiunto il ministro, «tutta la filiera – le automobili a batteria, la trasformazione meno inquinante dei sistemi manifatturieri – diventerà possibile. E’ chiaro che se ora trasformiamo in elettrico una macchina o un forno, ma produciamo elettricità bruciando carbone, non è una soluzione. Questa transizione è la cosa da accelerare di più». La velocità, per Cingolani, è l’aspetto determinante: «Nei prossimi mesi avremo una cadenza costante di nuovi programmi che partono in base al Pnrr. Dobbiamo essere velocissimi e speriamo anche che la semplificazione burocratica funzioni, quella che abbiamo fatto col decreto semplificazioni per poter fare tutto in maniera puntuale».

il Tirreno

(fonte: La Stampa)