Dice: voi ce l’avete con gli statali. Errore. Sono alcuni di loro che ce l’hanno con noi, che siamo loro datori di lavoro e di stipendio. Chiariamo subito: quando il cittadino polemizza con la pubblica amministrazione, non si riferisce certo al personale sanitario, o alle forze dell’ordine, ad esempio. Quelli sono un esercito alla Garibaldi, e la risposta, tranne rarissime eccezioni, è sempre: obbedisco. Non tutti, però, sono così. Ci sono i furbetti del cartellino, i passacarte a rilascio lento, i magistrati che lavorano da casa ma vogliono essere vaccinati perché se no la giustizia si ferma, anche più del solito. Indecente.

E ci sono gli insegnanti e i non docenti che vaccinati lo sono, prima di cardiopatici, novantenni, dializzati…, e che ieri nel Lazio hanno disertato in massa i due giorni in presenza prima della sosta pasquale, in molti casi per un evidente motivo che sanitario non è: fare il ponte. Al punto che le porte di alcune scuole sono rimaste chiuse perché mancavano quelli che avevano le chiavi. Centinaia di prof e bidelli che hanno accusato malori improvvisi, la necessità di accudire un parente, situazioni familiari al collasso, almeno fino a mercoledì prossimo, a vacanze di Pasqua concluse.

Allora, noi che non ce l’abbiamo con i «servitori dello Stato», diciamo che il primo e più intollerabile sfregio, denunciato dagli stessi presidi, questi signori lo hanno fatto ai colleghi: professori e maestri che da un anno si fanno in quattro per reinventare dal computer un mestiere che hanno sempre fatto dalla cattedra. Una categoria che mai come nella pandemia si è guadagnata la pagnotta pubblica, e che non merita di finire nel calderone di questi disertori con certificato (che qualcuno comunque gli ha fatto). Poi lo schiaffo ai loro studenti, che a scuola sono andati pensando che fosse un dovere oltre che un piacere dopo tanto isolamento: bella lezione, complimenti, begli educatori. Infine i milioni di italiani che un reddito non l’hanno più, che hanno abbassato le saracinesche e che andrebbero a lavorare con 40 di febbre pur di portare a casa qualche soldo.

A questa Italia cosa raccontiamo signori maestri e professori dallo stipendio sicuro e dalla salute improvvisamente cagionevole? Che guarirete a Pasquetta? Troppo comodo. Aspettiamo che il ministero verifichi, sanzioni. Siamo zona rossa, certo. Ma non la zona franca di chi pensa sempre di farci diventare zona fessadecente

Gabriele Canè – La Nazione –