Con riferimento alla recente assoluzione in grado di appello dell’ex brig. C.C. Alessandro Fiorentino, ancora sotto processo nell’ambito del diverso procedimento su Carabinieri della Lunigiana (Ms), ed alle notizie di stampa che ne sono state date nonché ai post sui social che ne sono stati scritti, il sottoscritto dr. Aldo Giubilaro, già Procuratore della Repubblica di Massa,
rende noto:
a) che per l’aggressione al cittadino straniero El Khir Laorch e le lesioni procurate allo stesso l’ex brig. Fiorentino nel giudizio di primo grado è stato riconosciuto colpevole e condannato;
b) che l’assoluzione in grado di appello non è stata pronunziata per essere stata accertata l’insussistenza del reato o la sua non commissione da parte del brigadiere, ma solo ed esclusivamente per prescrizione, in conseguenza cioè del solo decorso di anni sette e mesi sei dalla commissione del reato;
c) che l’ex brig. Fiorentino non ha rinunziato a detta prescrizione, come la legge gli consentiva, così mostrando di non volere che il Giudice di appello si pronunziasse sulla liceità o meno della condotta da lui tenuta nei confronti dello straniero;
d) che la prescrizione è stata espressamente chiesta, anzi, dal difensore dello stesso ex brigadiere nonostante il Giudice dovesse applicarla d’ufficio, evidentemente per il timore che questi procedesse a valutare la sua condotta e ne ribadisse la illiceità.
Rileva di conseguenza che non risponde al vero ed è supposizione che non ha la benché minima ragion d’essere che l’assoluzione dell’ex brig. Fiorentino dimostri la correttezza del suo operato o che la più ampia indagine su 2 Carabinieri della Lunigiana sia priva di fondamento, laddove la consapevole non rinunzia alla prescrizione ed il timore di essere giudicato dimostrano, anzi, proprio “per bocca” dell’ex brigadiere Fiorentino esattamente il contrario.
Sulla base dei dati di fatto appena esposti esprime la più forte riprovazione, da ultimo, nei confronti di chi dà alla stampa notizie che lasciano tendenziosamente credere come veri fatti in realtà radicalmente falsi e nei confronti di chi commenta sui social l’operato dell’epoca della Procura con post ridicoli e del tutto faziosi; commenti tanto più gravi ed inaccettabili se provenienti da appartenenti all’Arma dei Carabinieri.
Aldo Giubilaro