La maggioranza del consiglio comunale di Massa ha bocciato la risoluzione del Movimento 5 stelle, presentata da Paolo Menchini, con cui impegnava il sindaco Francesco Persiani a richiedere, entro un mese, l’assemblea dei soci di Gaia per discutere la trasformazione da società privata a società di diritto pubblico. Un percorso per l’uscita dal gestore del comune di Massa, avviato con la mozione del 29 ottobre 2018 approvata all’unanimità dal consiglio comunale.

Deciso il sindaco: «è un iter complesso dal punto di visto giuridico e politico che non si risolve certo in un mese; a breve sarà convocata l’assemblea dei soci per il rinnovo della governance degli organi societari e allora inizierà il percorso che ci siamo impegnati a portare avanti. Nel frattempo, stiamo avviando trattative con gli altri enti». «Era chiaro che il percorso, iniziato con il voto unanime, fosse lungo e lo dimostra il fatto che anche Carrara lo ha avviato dopo 2 anni» ha replicato Alessandro Amorese, Fdi, ricordando che il suo partito, anni fa, «chiese un referendum per conoscere il parere della popolazione, ma fu bocciato dall’allora maggioranza». Dall’altra parte, Stefano Alberti del Pd ha invece ribadito che «nel 2010 avevamo indicato il percorso e quella volta votarono contro i componenti del centro destra; per l’ennesima volta si produce un documento che non ha sostanza per andare avanti». E anche secondo Uilian Berti, Mdp, meglio sarebbe discutere del miglioramento di Gaia piuttosto che della formula dell’azienda.

La risoluzione grillina è stata bocciata con 19 voti contrari, 3 favorevoli e uno astenuto, ma l’amministrazione non ha intenzione di lasciare da parte una promessa e lo ha confermato il presidente del consiglio Stefano Benedetti parlando di Gaia come di «un carrozzone nato per motivi clientelari, ma che oggi ci ritroviamo sulle spalle con problemi a livello di efficienza e efficacia; la maggioranza sta parlando con altre amministrazioni, presto saranno rinnovate le cariche e dovremmo fare in modo che ci siano persone di riferimento della popolazione e non delle lobby politiche perché la società a Massa Carrara non investe in maniera efficiente, ma paghiamo la manutenzione con costi altissimi in bolletta».

«Per i comitati è stata una doccia fredda – commenta Acqua alla gola – attendiamo fatti che dimostrino la volontà del sindaco di proseguire nella strada di ripubblicizzazione del servizio perché non vogliamo credere che rinneghi in modo smaccato quanto dichiarato in campagna elettorale».