«Chi può prendersi la responsabilità di negare a degli esseri umani di decidere chi devono amare e come devono vivere la loro vita?» sono state le parole della consigliera Luana Mencarelli, movimento 5 stelle mentre in consiglio comunale si discuteva la risoluzione della Lega sulla famiglia tradizionale. Un invito dell’amministrazione di Massa «ad interessare il Ministro ad adottare ogni azione legislativa utile per ribadire il sostegno del comune di Massa alla famiglia quale punto centrale e insostituibile della società». L’ha presentata il consigliere Filippo Frugoli, e a firma di tutto il gruppo Lega, sulla famiglia tradizionale, quella «fondata sull’unione tra un uomo e una donna come istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita», quella che «ha il diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato». Un atto, approvato a maggioranza, che ha fatto discutere. «Non c’è alcuna famiglia, al di fuori di quella tradizionale, che possa garantire il nostro proseguimento» ha ribadito Frugoli utilizzando le parole pronunciate secoli fa da Aristotele. Alla famiglia tradizionale, il consigliere lega le tematiche dell’utero in affitto, «che fa ribrezzo perché trasforma la donna in merce», del fondamentalismo islamico, della legge 194 del ’78 che «non deve essere modificata, ma lo Stato deve dare la possibilità ad una donna di mantenere un figlio». Mentre per il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, «è stato usato il congresso di Verona da parte dei contestatori per mettere in bocca programmi che non hanno albergato a quel congresso, come la legge 194 che nessuno vuole cambiare, ma che chiedo venga applicata anche nella prevenzione all’aborto perché ogni desiderio non è un diritto e i figli non sono un capriccio». «Ogni volta che si sente parlare di “Famiglia naturale” un antropologo vorrebbe strappare la sua laurea» commentano Stefano Alberti ed Elena Mosti, consiglieri comunali di opposizione ricordando che «dopo anni di lotte per i diritti, mentre ancora ci dobbiamo battere per uguaglianza e parità, mentre ci sono gravi crisi ambientali, economiche e sociali, si torna indietro proprio sui diritti, come se toglierne qualcuno a chi non la pensa come noi desse maggiori sicurezze, come se la verità appartenesse solo ad una parte, quella giusta». E sulla risoluzione discussa lunedì in consiglio comunale interviene anche Cosmo Paolini, segretario provinciale Movimento giovanile della sinistra: «da una parte l’ipocrisia che l’unica famiglia possibile sia quella fondata sull’unione tra uomo e donna e la pretesa che quanto scritto nella carta dei diritti universali dell’uomo possa essere accostata alle tesi integraliste di Verona, dall’altra l’incapacità del consigliere Frugoli di svolgere il proprio ruolo».