I cittadini di Montignoso ed il Comitato per la chiusura della discarica sono ben consapevoli del problema. Questa discarica è stata voluta e supportata dalle amministrazioni che si sono susseguite negli anni al governo del comune di Montignoso, a partire da quando Narciso Buffoni era assessore provinciale all’ambiente, sino ad oggi.
Oggi, le decisioni assunte ufficialmente dai Comuni limitrofi, la forte pressione da parte del Comitato e dell’opinione pubblica, hanno costretto il Sindaco Gianni Lorenzetti e la sua maggioranza all’ approvazione di un documento che sancisce la volontà di chiusura della discarica. Il Comitato si farà carico di responsabilizzare il sindaco sulla scelta presa in consiglio comunale, incitandolo fin da subito per la chiusura del sito in sicurezza e bonifica, con atti concreti verso la regione Toscana e verso la procura della Repubblica, sulla base di tutti i punti riportati nel documento votato da lui stesso e dalla sua maggioranza e rafforzativo di quello degli altri comuni “a loro dire” , che ad oggi leggendo le dichiarazioni sul giornale ci dobbiamo anche chiedere, se lo hanno letto e capito ciò che hanno deliberato?
Rispondendo alle dichiarazioni sui giornali, alle repentine metamorfosi del sindaco Lorenzetti e della sua maggioranza che oggi afferma tutt’altre cose : Il problema dell’amianto, il dove si debba smaltire, non deve più riguardare la discarica di Montignoso, più volte e da più parti, dal Ministero dell’ Ambiente, al Dipartimento di Scienze della terra dell’UNIPI ecc., indicata come posizionata in un sito assolutamente non idoneo, viste le “criticità evidenziate” ad ospitare materiali speciali, oltretutto provenienti nella maggior parte da fuori provincia qui in una discarica che sfrutta il nostro territorio ma assoggettata alle esigenze di altre regioni ,province e comuni.
Inoltre come al solito oltre a minimizzare sul perdurante mancato rispetto AIA del rapporto 70/30, motivo valido per una sospensione immediata della attività, si cerca di glissare sull’ inquinamento dei pozzi 10 e 5 di triclorometano, dato assodato da Arpat e prodotto cancerogeno con possibilità di inquinare anche svariati km quadrati (vedi relazione Arpa 2016). Questo sito non potrà mai diventare idoneo, inoltre, ha ulteriori incompatibilità con la presenza, a distanza inferiore di quanto prevede la normativa, di aziende alimentari come Ado’ e Giuntoli, la vicinanza al centro sempre più abitato della Renella e al lago di Porta, zona protetta e habitat di centinaia di specie animali, falde acquifere per uso umano e irriguo .Permane infine il problema delle fideiussioni, il mancato pagamento royalties (278 mila euro) , l’ecotassa regionale sui conferimenti, varie ed eventuali .
I cittadini sono ben informati, qui è a rischio la salute delle persone e la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche. Noi siamo pronti assieme alle altre Amministrazioni comunali ad andare in Regione, a farci sentire.
E lei, Sindaco Lorenzetti, è disposto a venire con noi anziché incontrare l’Assessore Fratoni in forma riservata e senza la presenza dei suoi concittadini nei confronti dei quali, non se lo dimentichi mai, deve comportarsi sempre in maniera trasparente.
Il Comitato volontario contro la discarica di “ex cava Viti”