In questi giorni non è mai entrato nel vivo della discussione politica e, soprattutto, non ha commentato le acque agitate dentro al Pd locale. Quei mal di pancia dei vertici regionali che hanno portato all’azzeramento delle assemblee di via Groppini, alla bocciatura della candidatura di Andrea Vannucci fino al commissariamento del partito democratico carrarese. Ora, per la prima volta il sindnaco Angelo Zubbani parla e si toglie pure qualche sassolino dalle scarpe. E lancia un messaggio preciso proprio a Andrea Vannucci: «Ha sbagliato a candidarsi come paladino della discontinuità la gente lo ricorda bene come assessore e come vicesindaco».
Da segretario provinciale socialista e sindaco uscente come giudica quello che sta succedendo nella coalizione?
«So bene, in entrambi i ruoli, che ad ogni scadenza elettorale le fibrillazioni aumentano ma quello che è successo negli ultimi tempi, è irrazionale e fuori da ogni ragionevole logica politica. Il Pd si è fatto prendere la mano perché prima ha diviso se stesso e poi ha messo in difficoltà l’intera coalizione con uno scatto in avanti e un metodo che nessuno ha capito. L’appuntamento per l’elezione del sindaco di Carrara è una scelta che deve guardare agli interessi della città e non a quelli dei singoli protagonisti e neppure di un singolo partito. Comunque resto fiducioso. Sento che tornano a soffiare con forza i venti delle coalizioni e la stessa Consulta le sta imponendo, a livello nazionale, come un fatto di necessità per cui sono fiducioso che si possa riscoprire, anche a Carrara lo spirito di collaborazione e il rispetto che ci ha sempre uniti».
Vannucci ha motivato le sue dimissioni dicendo che l’amministrazione, di fatto, stava “scaldando le sedie”.
«Al di la delle interpretazioni più o meno “autentiche” di quella frase, posso garantire che negli ultimi diciotto mesi non abbiamo affatto scaldato le sedie. Cosa che non abbiamo fatto nemmeno prima con il vice sindaco che faceva parte della giunta con deleghe pesanti come l’urbanistica e il marmo. Credo che dovremmo invece essere lucidi nella lettura delle dimissioni del vice sindaco nel giugno 2015, magari rileggendo alcune sue dichiarazioni di allora, all’indomani non dell’alluvione ma delle elezioni regionali che hanno visto l’elezione di un consigliere diverso da quello sostenuto convintamente da una parte del Partito Democratico di Carrara». «Ritengo che quello – continua – sia stato il vero punto di rottura politico, determinato da nessun altro se non dalla scelta degli elettori. Credo che in quel momento sarebbe stato meglio mantenere i nervi saldi e una capacità di riflessione politica più profonda ricordando che, allora i cittadini, pur duramente colpiti, ci chiedevano di essere rassicurati e tutelati con opere efficaci per mettere in sicurezza il territorio. È quello che la coalizione e l’amministrazione si sono impegnate a fare e che si sta facendo».
Come replica a chi la vede come regista occulto della bocciatura della candidatura Vannucci?
«Anche i fatti di questi giorni testimoniano che i contrasti alla sua candidatura vadano ricercati altrove. Per quanto mi riguarda non ho mai posto pregiudiziali, né personali né politiche, nei confronti di nessuno e tanto meno su Andrea Vannucci, al quale sono legato da sentimenti di amicizia che mantengo».
Qual è stato secondo lei l’errore di Andrea Vannucci?
«Io ho semplicemente sostenuto che la scelta del metodo era sbagliata, a prescindere dal nome – prosegue – A mio avviso ha commesso l’errore di essersi candidato, con un voluto anticipo, per marcare una distanza con l’attuale amministrazione, nella quale sono ancora presenti esponenti del Pd, dopo esserne stato un protagonista fino a ieri per poi riproporsi come paladino della discontinuità. È stata, a mio avviso, una mossa ingenua e temeraria perché la gente lo ricorda ancora bene come assessore e vice sindaco con responsabilità di primaria importanza. Non ritengo quindi di avere avuto responsabilità per impedire la sua candidatura che ha avuto semmai il limite dell’autosufficienza che, di questi tempi, mi sembra non vada di moda a nessun livello».
Da dove ricomincia la coalizione? Primarie o candidato condiviso?
«La coalizione rappresenta un valore politico forte. Ricomincia con la ripresa del confronto e con il rispetto, e la pari dignità, di tutti i partner. Anche se si tende a personalizzare le questioni, penso che in discussione oggi ci sono, prima di tutto, le sorti della città e che, prima dei proclami, vengono i programmi. Abbiamo lavorato in tempi difficilissimi ma credo che Carrara sia pronta per nuove sfide, anche ambiziose, su un percorso di sviluppo già definito da questa amministrazione e dal territorio con Regione e Governo».
«Schiacciare la discussione sulle persone è mortificante per la comunità che ha bisogno di vedere davanti a se a quali obiettivi intende ambire- conclude – Se prevarrà lo spirito unitario, come auspico, potremo lavorare su un programma innovativo e scegliere il prossimo sindaco per le competenze e il credito di cui gode. Continuo a pensare che il percorso migliore sia ancora quello delle primarie, non solo per legittimare la candidatura ma anche per rafforzare un percorso di partecipazione fondamentale per continuare a lavorare uniti per un futuro migliore per la nostra città».
il tirreno