
Il giallo del cadavere senza testa appassiona. Perché è un caso intricato, una matassa che sembra impossibile sbrogliare. E per questo le indagini sono ad ampio raggio, anche se è l’aspetto locale che al momento accende di più l’attenzione degli inquirenti: perché quell’uomo è venuto sul Sagro? Domanda la cui risposta è fondamentale in caso di omicidio, perché se c’è un assassino con tutta probabilità si nasconde nella provincia apuana. Ed è per questo che la squadra mobile si sta concentrando su alcuni elementi che ha trovato nelle tasche di quel corpo mutilato scoperto dopo mesi in un dirupo sotto la Casa dei Pisani.
E siamo sempre allo stesso punto, dato che il sentiero 38 è perfetto per un piano che ha come scopo l’eliminazione di qualcuno: è poco battuto, anche d’estate. Allo stesso tempo offre degli scorci che possono attirare anche una persona che si vuole godere il panorama. Ecco che quindi l’eventuale omicida potrebbe aver invitato la vittima a fare una passeggiata in mezzo alla natura per poi colpirlo a tradimento. Magari sulla testa. Che per questo è stata asportata in un secondo tempo, insieme al braccio (forse perché c’era un qualcosa che avrebbe agevolato l’identificazione, come un tatuaggio per esempio). Ed è per questo che sta prendendo campo l’ipotesi che se di delitto si tratta il colpevole è un apuano. Uno che conosce quei posti alla perfezione, che ha studiato il suo piano alla perfezione e lo ha messo in atto con freddezza. Probabilmente in due tempi: prima l’omicidio, poi, dopo aver nascosto il cadavere, lo smembramento e il lancio di quello che restava nel dirupo sotto Casa dei Pisani. Se fosse così il ritrovamento da parte degli speleologi sarebbe la variabile che l’assassino non aveva calcolato. Perché il corpo dal sentiero non poteva essere visto in nessun modo, mentre giovedì mattina gli speleologi si erano calati con le corde in cerca di anfratti e si sono imbattuti in quei poveri resti.
Probabilmente tra qualche mese non si sarebbe trovato più nulla e in caso di reato ci saremmo trovati di fronte a quello che viene definito un delitto perfetto. Lo sarebbe stato, se quel corpo senza testa non avesse deciso di parlare. A modo suo.
Non resta che attendere gli sviluppi dell’inchiesta, soprattutto della pista locale. L’impressione è che non ci vorrà molto tempo, dato che quelle scarpe non sono così usuali. Soprattutto per chi decide di andare a mille metri di altezza a fare una passeggiata. E poi trova la morte.
il tirreno