Sui canoni del demanio idrico si cambia. La giunta due settimane fa, il 17 ottobre, ha infatti approvato una nuova proposta di legge. Slittano così di venti giorni, fino al 20 novembre, i termini per la regolarizzazione agevolata dell’imposta regionale negli ultimi cinque anni e non pagata, aggiuntiva ai canoni; ci sarà anche più tempo, fino al 31 dicembre 2016, per il rilascio delle cosiddette ‘concessioni senza titolo’, ma soprattutto non sarà più dovuto alcun canone per gli orti sociali e saranno previste riduzioni per alcune categorie, come l’occupazione per taglio di vegetazione (per cui basterà pagare 50 euro), per gli ormeggi o per l’uso di porzioni del demanio idrico necessario all’accesso a fondi tra loro interclusi.
Il demanio idrico è quello che interessa fiumi, laghi e le aree immediatamente attorno. La concessione può riguardare un ponte, una passerella o una strada che l’attraversa, il tubo o il cavo che lo scavalca, l’occupazione temporanea per una manifestazione o il ponteggio per la ristrutturazione di una casa lungo l’argine, orti e campi a ridosso, ma anche magari una terrazza, di un’abitazione o di un ristorante, che si affaccia sopra lo specchio d’acqua.
I canoni fino all’anno scorso sono stati riscossi dalle Province. Ognuna aveva però regolamentato la materia in modo diverso, con tariffe tra loro diverse. Così quando a gennaio 2016 i canoni sono tornati in carico alla Regione, c’è stata l’esigenza di omogeneizzarli. Assieme al canone è dovuta anche un’imposta regionale: era pari al 300 per cento fino al 2015. Quest’anno la giunta ha deciso di ridurla al 50 per cento del canone pagato. Chi non l’aveva pagata, può regolarizzare gli ultimi cinque anni, dal 2011 al 2015, versando il 20 per cento di quanto a suo tempo dovuto.
“L’armonizzazione dei canoni demaniali – sottolinea l’assessore al bilancio e alla presidenza, Vittorio Bugli – rientra in quell’attività di necessaria semplificazione che ha interessato più settori dopo che la Regione è tornata a gestire in proprio le competenze che aveva delegato a suo tempo alle Province. Si trattava sicuramente di un’eredità complessa per quanto riguarda i canoni demaniali”.
“Nel disciplinare un settore come questo non si poteva non prescindere dal mantenere il giusto equilibrio tra il cittadino e l’utilizzo del bene pubblico”, aggiunge l’assessore della Toscana all’ambiente, Federica Fratoni. “Ed è un risultato che ritengo che abbiamo centrato”.